“Ogni azienda deve avere un proprio piano operativo con obiettivi e scadenze per la gestione della diversity. Piani che in genere si fondano su tre momenti fondamentali: recruiting, retention e promozioni. Quindi piani su come si costruisce la filiera dei talenti, come si trattengono (per le donne è particolarmente importante la gestione della fase di quei momenti critici come la maternità lo spostamento all’estero) e poi sulla promozione legata sicuramente a merito e competenze”. Lo ha detto Barbara Cominelli, ceo di Jll Italia, intervenendo al workshop “Donne manager e performance aziendali”, organizzato da Fondirigenti, e nel quale sono stati presentati i risultati di un’indagine sul tema della formazione per le donne manager.
Tuttavia proprio per la valorizzazione e la promozione del talento femminile, ha aggiunto Cominelli, “in tanti casi c’è bisogno di rimuovere dei bias che potrebbero far sì che l’azienda non sia perfettamente meritocratica nelle valutazioni oppure occorre aiutare le donne a essere più ambiziose: generalmente le donne finchè non sono pronte al 110% non si buttano”.
Fondamentale per un’azienda è anche “la misurazione dei Key Performance Indicator (indicatori che riflettono i fattori critici di successo per un’organizzazione ndr)”. “Oggi lo chiede non solo l’azienda all’interno per automonitorarsi, ma lo chiede il mercato, lo chiedono gli investitori, i criteri Esg. C’è insomma bisogno di andare nella direzione di misurare tutto con accuratezza”, ha concluso Cominelli.