Complessivamente oltre 405 milioni di kg di Pfu (pneumatici fuori uso) sono stati avviati correttamente a recupero (oltre 55 milioni di pezzi) con una raccolta annua più che quadruplicata, passando dai 9 milioni di kg di Pfu del 2011 a una media di circa 40 milioni di kg nell’ultimo triennio. Sono i risultati dei 10 anni di attività di EcoTyre.
Per ottenere questi risultati si calcola siano state necessarie circa 180mila missioni di ritiro presso gommisti, officine meccaniche, autodemolitori e depositi di Pfu abbandonati in natura. Interventi coordinati da EcoTyre ed effettuati da partner territoriali affidabili che nel complesso si stima abbiano generato un valore economico pari a circa 100 milioni di euro in 10 anni.
“Sono stati dieci anni intensi e dinamici, ricchi di sfide e soddisfazioni – osserva Enrico Ambrogio, presidente di EcoTyre – per le quali desidero porgere un particolare ringraziamento a tutti coloro, collaboratori ed aziende, che negli anni hanno contribuito a rendere possibile la nostra storia di innovazione ed avanguardia nell’economia circolare”.
Tornando ai numeri, i gommisti, che si rivolgono ad EcoTyre per il ritiro, sono cresciuti da circa 3.000 nel 2011 ai quasi 14.000 nel 2020. Dai più remoti comuni alpini alle isole minori, EcoTyre svolge il proprio servizio in modo capillare, con un indice medio di puntualità pari all’80%, assumendosi anche gli oneri logistici per la raccolta in aree difficilmente raggiungibili. EcoTyre ha scelto di privilegiare le esigenze dei piccoli gommisti che hanno minore spazio per stoccare i Pfu in attesa del ritiro. Sebbene il ritiro di un quantitativo di meno di 300 Pfu sia più oneroso da un punto di vista logistico ed economico, EcoTyre dedica a questo tipo di missioni oltre il 65% del totale dei ritiri.
Sul fronte della responsabilità sociale, nel 2013 EcoTyre ha lanciato il progetto Pfu Zero. Lo scopo era quello di coinvolgere la società civile, le associazioni ambientaliste e gli enti locali in una mappatura degli Stock Storici, finalizzata a facilitare la loro rimozione. La risposta è stata subito positiva e in dieci anni sono stati realizzati oltre 200 interventi, eliminando definitivamente dall’ambiente quasi 2,5 milioni di Pfu avviati a recupero.
“Gestire il fine vita dei pneumatici – dice Enrico Ambrogio, presidente di EcoTyre – significa innanzitutto valorizzare le materie in essi contenute: la gomma ne costituisce circa il 70%, l’acciaio il 20% e le fibre tessili il restante 10%. Mentre l’acciaio e le fibre tessili hanno un mercato del riciclo ormai consolidato, la gomma ha sbocchi più limitati e per questo una quota è destinata all’alimentazione di impianti di termovalorizzazione o cementifici; la nostra politica tuttavia è sempre stata quella di favorire il recupero di materia attraverso l’utilizzo del polverino o granulo di Pfu in prodotti che vanno dalle pavimentazioni antiurto ai pannelli fonoassorbenti, passando dall’arredo urbano agli asfalti modificati”.
“Proprio per favorire il riciclo della gomma, abbiamo sviluppato, negli ultimi anni, il progetto Da Gomma a Gomma che ha consentito il reimpiego del granulo di gomma da Pfu per la produzione di pneumatici nuovi. Attraverso un accordo con Agr e Versalis (Eni), si è entrati nella fase 4.0 del progetto. Vengono messi a punto elastomeri ricavati da gomma da Pfu utilizzabili per prodotti diversi, tra cui pneumatici, ed è definitivamente iniziato un processo di industrializzazione che potrebbe rappresentare un importante mercato di sbocco alla gomma riciclata”, conclude.