Come restare al passo con il coronavirus Sars-CoV-2 e le sue varianti? Usando l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico per prevedere il rischio di fuga dallo scudo del vaccino. Mettendo in campo un team pronto a disegnare eventuali aggiornamenti per un richiamo. E mettendo alla prova la capacità d’azione dei candidati vaccini su pseudovirus costruiti con le mutazioni della proteina Spike che caratterizzano le varianti più preoccupanti di Sars-CoV-2. E’ la ‘filiera’ studiata da Moderna.
Una piattaforma che ha portato già alla messa a punto di un richiamo (mRna 1273.351) studiato ad hoc per dare una risposta alle varianti, partendo da quella sudafricana che aveva mostrato una “riduzione di 6-7 volte” nell’attività neutralizzante degli anticorpi. Con questo sistema, gli scienziati dell’azienda farmaceutica americana hanno valutato la protezione ottenibile con il richiamo sviluppato, e osservato “eccellenti risultati di neutralizzazione su tutto lo spettro, incluso la variante indiana”.
A spiegarlo è stato Guillaume Stewart-Jones della piattaforma di ricerca di Moderna, che con la collega Melissa Moore ha affrontato il tema del monitoraggio delle varianti di preoccupazione, fra gli argomenti al centro dell’annuale Science Day per analisti e investitori. Si parte da un maxi database che si alimenta con una cascata di dati generati da più fonti e permette un monitoraggio continuo in grado di intercettare tempestivamente eventuali segnali d’allerta su cui lavorare. Per capire la mole di dati con cui bisogna misurarsi, basti pensare che “ogni ‘variante’ denominata genera una famiglia di singoli ‘aplotipi’, ognuno contenente una combinazione unica di mutazioni”, spiega Moore, mostrando un grafico che mostra per esempio la fitta ramificazione che parte dalla variante indiana.
La domanda che si pone a questo punto è: “Quali combinazioni esatte di mutazioni dovrebbero essere incorporate in un nuovo richiamo? Gli esperti prendono le mutazioni intercettate e creano pseudovirus con cui possono verificare l’attività neutralizzante degli anticorpi generati dal vaccino. Se questa protezione risulta ridotta, interviene un team che si occupa di disegnare eventuali ‘aggiornamenti’. E’ così che Moderna ha messo a punto un richiamo anti variante. “I nostri dati sulla neutralizzazione dello pseudovirus hanno rivelato che B.1.351”, la variante sudafricana, “era una variante di preoccupazione” su cui lavorare.
La piattaforma è in uso e il monitoraggio è continuo. “Stiamo costruendo un sistema altamente efficiente, basato su dati e affidabile”, per identificare rapidamente le varianti di preoccupazione e poter affrontare un processo di selezione di candidati ‘richiami’ del vaccino anti-Covid per le varianti.
Un’altra sfida riguarda le potenzialità della scienza dell’mRna per la creazione di “nuove classi di farmaci per nuovi bersagli”, come ha spiegato il Ceo di Moderna, Stéphane Bancel, assicurando che “i tempi migliori” per questa tecnologia “sono davanti a noi, non alle nostre spalle”. Un esempio? Gli scienziati di Moderna stanno prendendo di mira le cellule staminali e progenitrici ematopoietiche nel midollo osseo per modulare l’infiammazione e le malattie immunitarie.