“Con l’uscita dal Covid e dalla stagione del distanziamento si aprirà l’era della prossimità, del vivere urbano denso di relazioni e delle opportunità da cogliere a breve raggio, a 15 minuti a piedi o 5 minuti in bici di distanza dalla residenza o dal luogo di lavoro. O anche dal luogo di ‘smart working’ o di studio a distanza, formule che continueranno anche dopo il Covid”. Lo spiega Andrea Poggio, Responsabile Mobilità di Legambiente, a commento dei dati della ricerca Doxa sulla mobilità del futuro commissionata dall’Osservatorio ‘Change Lab, Italia 2030’ di Groupama.
“Il disegno urbano delle nostre città cambia la mobilità: basta una strada 30 all’ora o una pista ciclabile per cambiare traffico, flussi e mezzi di trasporto. Così le tecnologie abilitanti la transizione ecologica e digitale ci indurranno a modificare gli stili di mobilità” sottolinea Poggio che spiega: “Tra le tecnologie che irrompono nella mobilità ci sono i motori a zero emissioni ed elettrici, la digitalizzazione, la geolocalizzazione, gli automatismi, la condivisione delle informazioni in forma aperta ma tutelata”. “È così che nelle grandi città più progredite si vive senza più auto di proprietà, ma spostandosi anche cinque o sei volte al giorno con una infinità di mezzi e di servizi di mobilità diversi: dal monopattino alla metropolitana, dall’auto al tram, dalla bici al bus elettrico, sia pubblici che in condivisione”.
“È difficile formulare una previsione omogenea, perché il cambiamento differenzierà molto la vita a seconda che si parli di città, di periferie, di montagne, di realtà costiere, ma anche di età, di ceti sociali e propensioni culturali. Già oggi c’è chi la transizione l’ha iniziata da anni e chi invece non la vedrà neppure nel 2030, quando probabilmente tante cose cambieranno a mano a mano che nuovi mezzi e servizi saranno accessibili a tanti italiani” conclude Poggio.