Negli ultimi due anni (2019-2020) in Italia non è stato inaugurato nemmeno un chilometro di linee metropolitane ed è aumentato il distacco tra le città italiane e quelle europee, proprio laddove più rilevanti sono i ritardi: la dotazione di metro, tram e ferrovie urbane per i pendolari. Ad evidenziarlo il rapporto Pendolaria 2021 di Legambiente, presentato in diretta sulle pagine Facebook di Legambiente e La Nuova Ecologia e sui rispettivi siti.
“Occorre dunque cambiare le priorità infrastrutturali”, avverte l’associazione. Dal 2002 al 2018, i finanziamenti statali hanno premiato per il 60% gli investimenti in strade e autostrade, mentre tra 2010 e 2018 sono stati realizzati 298 km di autostrade e 2.479 km di strade nazionali, a fronte di appena 91,1 km di metropolitane e di 58,4 km di linee del tram.
Secondo Legambiente, “l’altro grande ritardo è quello infrastrutturale che interessa le regioni del Sud e l’integrazione delle diverse modalità di trasporto (aeroporti, porti, stazioni, interporti). Al Meridione troviamo meno treni in circolazione e più lenti, nonché il maggior numero di linee a binario unico e non elettrificate. Complessivamente, in Italia su 19.353 km di linee ferroviarie è a binario unico il 56,3%”.
Le buone notizie vengono dal rinnovo del parco treni circolanti: “sono infatti 757 i nuovi convogli immessi sulla rete da Trenitalia e dagli altri concessionari, 704 quelli programmati nei prossimi anni. Inoltre, sono tante le aree urbane dove cresce il numero di persone su treni, metro e tram”.
I passeggeri sui treni regionali e metropolitani superano i 6 milioni ogni giorno e registrano un incremento del 7,4% tra 2018 e 2019. Nel dettaglio, il numero di viaggi giornalieri sui treni regionali è aumentato di circa 19mila unità nel 2019 (un +0,6% rispetto al 2018), toccando quota 2 milioni e 938mila, mentre un boom si è registrato nell’utilizzo delle linee metropolitane, con 270mila viaggi in più al giorno nel 2019 (+9,7% rispetto al 2018), per un totale di oltre 3 milioni di spostamenti quotidiani nelle sette città in cui la metro è presente, specie a Milano, Catania e Brescia, e con numeri positivi anche sulla rete di metropolitane di Roma, in particolare grazie al collegamento tra metro A e C.
Ma la crescita complessiva dei passeggeri nel trasporto ferroviario regionale nasconde, rileva Legambiente, “differenze rilevanti tra le diverse aree del Paese e tra i gestori del servizio: se in alcune Regioni, infatti, il numero degli spostamenti in treno è quasi raddoppiato tra il 2011 e il 2019, in altre si è assistito a un calo anche importante, tra esse Campania (-44%), Molise (-11%), Abruzzo (-19%), Calabria (-25%) e Basilicata (-35%)”.
In particolare, “sulle linee peggiori d’Italia, quelle che da anni raccontate con Pendolaria, la situazione è stata quanto mai difficile, di sovraffollamento e disagio per i pendolari”.
Guardando alla situazione pre-Covid, i passeggeri sui treni Av di Trenitalia sono passati dai 6,5 milioni del 2008 a 40 milioni nel 2019: un aumento esponenziale (+515%), legato sostanzialmente a un raddoppio della flotta dei convogli ad alta velocità. Nel 2019, il numero di coloro che ogni giorno prendevano il treno per spostarsi su collegamenti nazionali era di circa 50mila persone sugli Intercity e di 170mila sull’alta velocità tra le frecce di Trenitalia e Italo.
Tuttavia, avverte l’associazione, “fuori dalle direttrici principali dell’alta velocità, la situazione del servizio in questi anni è peggiorata: per gli Intercity, l’offerta in termini di treni*km nel 2019 è scesa del 16,7% rispetto al 2010, così come il numero dei viaggiatori, crollato del 45,9%”.