Spazio, quello della mente e quello fisico, reale per riscrivere i codici dell’innovazione e individuare la strada per il futuro per sbloccare il motore inceppato del Paese. Questi gli argomenti affrontati nell’ultimo panel della prima giornata di SUDeFUTURI, Annual meeting della Fondazione Magna Grecia, fino all’11 dicembre in diretta streaming dal Palazzo dell’Informazione di AdnKronos, in piazza Mastai a Roma.
“Il nostro contesto – ha ricordato Francesca Moraci, consigliera di amministrazione del gruppo Fs – è un arcipelago di piccole realtà, borghi, insediamenti a fronte delle 14 città metropolitane che non hanno tutte le medesime condizioni. Se noi modificassimo il nostro stile di vita secondo l’europeo green deal, noi dovremmo pensare ad una città che ha spazi ravvicinati. Ma questo implica infrastrutture materiali e immateriali. Ma dobbiamo parlare anche di divari, anche di divari urbani. Mi riferisco alle condizioni Nord/Sud, come ai ranghi urbani, come a condizioni di servizi che dovrebbero essere garantiti. E a questo vanno aggiunti servizi anche immateriali che le nuove città devono garantire”.
Un tema che deve tornare oggetto di policy e non di atti amministrativi, ha continuato, dunque di riforme. “Va cambiato – ha affermato – il paradigma del vivere, che va dall’abitazione al retrofit energetico, dalla mobilità sostenibile alla rigenerazione urbana, ma va anche cambiato nella modalità con cui questi processi di trasformazione devono avvenire. Ecco quindi che una delle condizioni del Next generation va verso la transizione ecologica e la transizione digitale. Lo spazio urbano e del territorio non è più una proiezione dell’attività economica, è un diritto del territorio perché la qualificazione dell’ambiente determina le nuove economie”.
Per il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, complice anche la pandemia, il futuro dell’abitare passa anche per il ritorno alla vita nei piccoli centri e borghi. “Adesso – ha osservato – c’è un problema che si sta presentando, che riguarda tutti i locali che sono diversi dalle abitazioni come i locali commerciali. Qui alla crisi degli anni scorsi, alle difficoltà del commercio incalzato dal quello elettronico, si è aggiunto oggi quello enorme delle difficoltà economiche degli esercenti che sta portando tantissimi alla chiusura. Cosa faremo di tutti questi locali? Degrado e abbandono rischiano di crescere anche per questo. Noi proponiamo misure per aiutare il commercio attraverso i locatori, ma anche la politica, il giornalismo, la cultura dovrebbero pensare a come farli rivivere”.
“La tremenda incertezza – ha aggiunto Carlo Pietrobelli, direttore del dipartimento di Economia di Roma 3 – causata dalla pandemia si innesta su un problema precedente che è la mancanza di investimenti sulla ricerca da parte di Stato e grandi imprese. L’Italia è molto indietro rispetto agli altri, soprattutto per quel che riguardo le competenze digitali del capitale umano. Le imprese italiane stanno investendo nel settore, tuttavia il numero di occupati che abbiano competenze digitali è straordinariamente basso”.
Per reagire, ha sottolineato, “l’università ha un ruolo straordinariamente importante nel costruire le competenze. Noi come dipartimento di economia di Roma3 abbiamo deciso di puntare su questo con un corso di laurea che guarderà alla ‘Scienza dei dati’, la sfida è costruire competenze digitali e scommettere sulla tremenda interdisciplinarietà che il sistema oggi chiede e simultaneamente di avere giovani formati nella comprensione del sistema economico e delle imprese ma che al contempo sappiano analizzare, elaborare, programmare con i dati”.