“All’interno del piano del governo per la rinascita urbana, un player come Acea può essere straordinariamente utile alla progettualità dei singoli comuni nei quali opera, perché può consentire l’implementazione della progettualità del comune oltre il perimetro pubblicistico”. Lo ha dichiarato Paola De Micheli, ministra Infrastrutture e Trasporti, in occasione del Sustainability day Acea 2020. “Il perimetro pubblicistico è infatti legato ad immobili pubblici e ad attività che sono legate direttamente al Comune – ha aggiunto – Acea può mettere tutto quel fronte di infrastrutture materiali e immateriali che possono qualificare il progetto e l’intero quartiere. Il ruolo di Acea quindi è quello di immaginare insieme all’amministrazione pubblica il progetto e poi di attivarsi in termini di risorse per poterlo realizzare sia sul fronte delle infrastrutture materiali, che sul fronte delle infrastrutture immateriali”.
“Come Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – ha proseguito De Micheli – siamo partiti dalla lettura fredda dei numeri per costruire una visione delle città del futuro sostenibile. Il primo dato è che l’approccio alla sostenibilità, l’utilizzo delle nuove tecnologie e l’utilizzo dei sistemi di digitalizzazione è molto differenziato nel nostro paese. Non si può immaginare di utilizzare un solo strumento uguale per tutti e non si può pensare di avere degli interlocutori nell’ambito delle città che partano dagli stessi presupposti culturali e prospettici. Questo determina ovviamente, da parte del governo centrale, l’impostazione di politiche differenziate e un accompagnamento nel far emergere le esigenze vere da parte delle strutture cittadine. Sulla base delle nostre deleghe, abbiamo provato ad immaginare strumenti sul tema della differenziazione che dovranno, nel quinquennio che ci aspetta, portare il più possibile ad un’omogeneità di risultati sul territorio nazionale. Sappiamo che parlare di sostenibilità in pianura padana è ovviamente diverso dal parlarne nelle aree interne”.
In merito agli interventi da realizzare, il ministro ha dichiarato: “Abbiamo impostato sostanzialmente quattro linee di direttrice politica di interventi sulla sostenibilità delle città che prevedono tutte un fortissimo utilizzo della tecnologia. La prima linea di intervento è quella legata al piano della qualità dell’abitare che abbiamo introdotto nella legge di bilancio dell’anno scorso, il cosiddetto piano di rinascita urbana. Riteniamo questo piano una risposta all’esigenza di infrastrutture sociali delle città, soprattutto quelle al di sopra ai 60mila abitanti. Abbiamo infatti un’urgenza abitativa che peraltro sarà destinata a crescere dopo la pandemia con un progressivo rischio oggettivo di impoverimento delle persone e quindi del tessuto urbano”.
Questo piano, aggiunge De Micheli, “ruota intorno all’aumento del numero degli immobili destinati all’edilizia residenziale pubblica, si stima un fabbisogno di 650.000 immobili. Con questo piano, oggi finanziato con 850 milioni ma che grazie al recovery fund vedrà un forte intensificarsi delle risorse, dobbiamo arrivare nei prossimi anni a ridurre almeno della metà questo fabbisogno. Attorno a questa scelta di impatto sociale, abbiamo costruito un progetto dove chiediamo alle città di utilizzare queste risorse, implementando quelle pubbliche con quelli regionali e con quelle di investitori privati per modificare l’assetto di quei quartieri. Considerando un numero maggiore di alloggi di edilizia residenziale pubblica, l’assetto del quartiere dovrà essere modificato sul fronte della mobilità e della qualità della mobilità, sul piano della digitalizzazione e sulla capacità di avere luoghi destinati alla cultura e allo sport. Luoghi destinati ad una qualità della vita collettiva che inevitabilmente, attraverso gli strumenti della digitalizzazione e della mobilità sostenibile, possono rendere questi quartieri sempre meno periferie sociali”.