“Il tema della spinta sulle rinnovabili e l’efficienza energetica ci vede fortemente impegnati, ancora di più in una regione come la Lombardia che è stata all’avanguardia nel modello economico tradizionale, quello dell’economia lineare, ma che vuole essere una regione che traina il cambiamento verso un modello di economia circolare e transizione energetica. Chi per primo riuscirà a percorrere questa strada è destinato a prosperare e a crescere nel futuro”. Lo afferma Raffaele Cattaneo, Assessore all’Ambiente e Clima, Regione Lombardia intervenendo alla web conference ‘La spinta delle rinnovabili e dell’efficienza energetica per il rilancio dell’economia nazionale. Le iniziative del Gse’, nell’ambito della Digital Edition Key Energy 2020.
In questo scenario, sottolinea l’assessore, è molto importante “il ruolo degli attori subnazionali, delle Regioni, degli Stati nei Paesi federali. La necessità di questa transizione si sente di più a livello locale. Abbiamo bisogno di obiettivi globali ma anche della capacità degli enti di governo territoriali di tradurre in progetti concreti questi obiettivi”.
Il Pniec, spiega Cattaneo, “se non si declina in obiettivi locali rimarrà estratto e lo sforzo che stiamo facendo in Lombardia è di costruire il nostro piano regionale, energia, ambiente e clima. La giunta ha già approvato un atto di indirizzo che il consiglio regionale discuterà proprio questo mese per poi sviluppare il piano. Le linee guida però sono già definite”.
Gli elementi portanti del piano: “Noi partiamo da una situazione in cui l’energia da fonti rinnovabili sui consumi finali è pari a circa il 17% e dobbiamo arrivare a qualcosa intorno al 30-32% al 2030. Per fare questo la prima leva è il risparmio energetico. Noi stimiamo di dover ridurre i consumi energetici nei prossimi 10 anni di almeno il 30%; obiettivo che richiede uno sforzo straordinario di efficientamento degli edifici civili”.
“Dobbiamo poi far crescere le rinnovabili e pensiamo di poter crescere sul solare fotovoltaico” ma occorre superare alcuni ostacoli come la superficie necessaria per installare gli impianti. “Vogliamo iniziare dalle aree industriali dismesse però si stima che il potenziale delle aree dismesse può coprire il 20-30% della nuova potenza fotovoltaica richiesta. Inoltre abbiamo visto come il costo di acquisto o di affitto di aree industriali disponibili è cresciuto moltissimo”.
“E’ chiaro – conclude Cattaneo – che il primo potenziale a cui possiamo pensare è l’utilizzo delle coperture industriali e civili e per questo ci vorrà anche l’aiuto dell’innovazione tecnologica”.