Airbag, cinture di sicurezza, seggiolini auto per bambini e poggiatesta, ma anche soluzioni messe a protezione degli ostacoli fissi lungo o in prossimità della carreggiata. Ecco alcuni esempi di sicurezza stradale passiva che, come spiega all’Adnkronos, Roberto Impero, ad di Sma Road Safety, “si riferisce a un insieme di soluzioni che hanno lo scopo preciso di diminuire o eliminare le conseguenze negative di un incidente”.
A tutela degli automobilisti, sottolinea Impero, “esistono particolari dispositivi come gli attenuatori frontali, a protezione di diramazioni o caselli di pedaggio, le barriere laterali, come new jersey e guardrail, preposte a evitare la fuoriuscita dell’auto in caso di sbandamento e utili anche per proteggere le strade sul cui confine laterale si trovano filari di alberi, fossati o rogge”.
“Una menzione particolare va ai terminali di barriera, che mettono in sicurezza la parte finale del guardrail, pericolosissima in caso di impatto, perché se non schermata si trasforma in una lancia che si conficca nell’auto, o in una rampa di lancio che fa sbalzare in aria il veicolo per decine di metri”.
In Italia gli ostacoli fissi sulle strade, però, non sono adeguatamente protetti. “Ancora troppi alberi a ridosso delle carreggiate, biforcazioni, terminali di guardrail, muri nelle gallerie non presentano le adeguate protezioni e in caso di impatto si trasformano in trappole letali. Quasi quotidianamente si leggono notizie di cronaca nera legate a incidenti stradali contro ostacoli fissi non protetti. Spesso poi accade che siano gli stessi dispositivi installati sulle strade, per proteggere gli automobilisti, a diventare delle minacce pericolosissime”.
L’esempio più concreto, spiega Impero, “è rappresentato dalla parte terminale del guardrail che, in assenza di protezioni, in caso di impatto penetra nell’abitacolo con conseguenze molto gravi per conducente e passeggeri. In Italia ogni anno circolano circa cinquanta milioni di veicoli, con una media di centocinquanta mila incidenti stradali che causano duecentomila feriti e tremila i morti. Gli scontri più gravi si registrano nelle strade extraurbane, sulle quali, ogni 100 incidenti, rimangono uccise cinque persone. Il 10% degli incidenti più tragici avviene per sbandamento del veicolo contro ostacoli stradali, non adeguatamente protetti”.
Secondo Impero, “occorre con urgenza che le nostre strade vengano messe in sicurezza. Siamo tutti coinvolti: automobilisti, gestori stradali, installatori dei dispositivi di sicurezza, produttori di dispositivi di ritenuta, enti pubblici. Tutti possono rischiare la vita sulla strada e, ognuno, può – a suo modo – agire per migliorare la grave situazione attuale, denunciando la presenza di pericoli sulle strade che percorre tutti i giorni e pretendendo che vengano messi in sicurezza”.
Sicurezza stradale: sempre più aziende dimostrano di avere una propensione green. “Quello della sicurezza stradale passiva è sicuramente uno dei settori più insospettabili dove l’impiego della plastica risulta ancora estremamente predominante. Da anni come azienda solleviamo questa importante problematica, per questo sviluppiamo soluzioni all’avanguardia che non comportino l’impiego di materiali plastici, inquinanti o comunque scadenti”.
I dispositivi salvavita Sma “sono realizzati interamente in acciaio, sia per le elevate prestazioni che questo materiale è in grado di mantenere nel tempo, con qualsiasi condizione climatica e di temperatura, sia perché è interamente riciclabile, evitando la dispersione di rifiuti nell’ambiente. Molti prodotti concorrenti presentano, invece, gli elementi assorbitori dell’urto, la struttura o l’intero dispositivo in plastica. Per queste soluzioni, in caso di impatto, è richiesta la sostituzione dell’intero attenuatore. Ciò comporta costi ingenti per le amministrazioni competenti, sia per il ripristino del dispositivo che per lo smaltimento dei suoi componenti altamente inquinanti”.
“Al contrario, i dispositivi salvavita di Sma possono essere riparati qualora danneggiati dall’urto, minimizzando il costo per il ripristino. La sostenibilità ambientale deve essere sempre più centrale anche quando si pensa alla sicurezza stradale, soprattutto se si considerano i numeri dell’incidentalità stradale nel nostro Paese: circa 600 al giorno, responsabili di 12 morti e del ferimento di 842 persone” conclude Impero.