Il superbonus green “durerà per tutto il 2021” e per le case popolari “fino al 30 giugno 2022”, il restante sarà finanziato con il recovery fund. Lo ha indicato in un’intervista all’Adnkronos il viceministro al Mef Laura Castelli. “E’ appena partito – dice – si tratta di una misura storica che prevede la cessione del credito al sistema bancario, una battaglia storica del Movimento 5 Stelle”.  

La riforma fiscale dovrebbe andare oltre l’intervento sull’Irpef e includere “Irap e Ires” per ampliare lo spettro alle “imprese” e intervenire sulla “no tax area”, sottolinea Castelli.  

“La riforma fiscale è un tema che è stato sviluppato a fasi – spiega – era importante dare un primo segnale sul cuneo fiscale” con il taglio delle tasse sul lavoro da luglio per i redditi sotto i 40mila euro e “faremo una delega che partirà il prossimo anno per la riforma dell’Irpef” ma “crediamo sia giusto anche includere Ires e Irap” e dunque “andare oltre e ampliare questa delega a quelle parti di fisco che riguardano le imprese”. Inoltre, osserva, bisogna eliminare “la no tax area, perché si è rivelato un problema raggiungere alcune platee”. 

La riforma, incalza il viceministro “sia occasione per fare quel salto veloce nei processi di digitalizzazione, oggi ancora più necessari per avvicinare il contribuente allo Stato, permettendogli di usare strumenti flessibili, digitali e semplici”. Un altro tassello sono poi i “Testi unici: noi siamo convinti che in questa marea di norme sia necessario fare un punto per mettere insieme i testi che riguardano la vita del contribuente legata alle tasse”, afferma.  

Possibile inoltre nel 2021 un nuovo round di rateizzazione per le cartelle esattoriali decadute. “Ho proposto in manovra e si sta lavorando per inserire una norma per fare ripartire la rateizzazione delle cartelle decadute. Una cosa one shot per far riprendere la rateizzazione perché diversamente chi era coinvolto dovrebbero pagare tutto il pregresso e poi chiedere nuova rateizzazione”. 

Quanto al Mes, secondo Castelli è uno “strumento antistorico, non adeguato e non conveniente, nato con altri meccanismi e altri contesti”. “Noi abbiamo sempre creduto che il gioco non valesse la candela”, dice, osservando che 300 milioni di risparmi sugli interessi sono “una cifra irrisoria su bilancio e francamente per tutte le regole che ne conseguono e ad esso collegate non ne vale la pena”. 

E ancora, sull’offerta di Cdp e dei fondi per Aspi: “E’ valida ed è l’ultima offerta”. Cdp rappresenta “una garanzia importante, permette di riprendere la gestione di un asset importante, quindi ci auguriamo proceda tutto per il meglio”. Sugli attacchi dell’opposizione contro i fondi stranieri Castelli osserva che “l’opposizione trova sempre un modo per dire che quello che fanno gli altri non va bene”.  

“Questo momento storico-economico vede i fondi come detentori di molte risorse, nel mondo privato i fondi acquistano asset importanti e non mi sembra l’opposizione sollevi dubbi”, sottolinea Castelli, osservando che la “percentuale di proprietà di Cassa è molto importante e anche la guida in società, credo sia buona scelta”. L’Italia “deve reimparare a tenere cari gli asset e renderli ancora più forti e strategici come gli altri paesi Ue hanno fatto”, conclude.