“Portare la lettura e la scrittura nelle carceri italiane è una missione”. È lo spirito che adotta Bruno Ventavoli, presidente del premio Sognalib(e)ro, per introdurre la terza edizione della rassegna che mette al centro il tema ‘Il mio lato positivo’. Sognalib(e)ro è la rassegna che ha come obiettivo la valorizzazione della scrittura e della lettura negli istituti penitenziari e di reclusione, usando entrambe come strumento di riabilitazione. Sarà dunque il terzo anno per la kermesse promossa dal Comune di Modena, assessorato alla Cultura, in collaborazione col ministero della Giustizia, Dipartimento amministrazione penitenziaria e con il sostegno di Bper Banca.
Si tratta di un’iniziativa che mette in pratica l’articolo 27 della Costituzione, quello che assegna al carcere una funzione rieducativa del condannato. Il progetto consiste in un concorso letterario che prevede l’assegnazione di due premi, uno a un’opera letteraria valutata e votata dai detenuti, l’altro a un elaborato prodotto dai detenuti stessi, che potrà essere pubblicato, da solo o in antologia con altri, in ebook dal Dondolo, la casa civica editrice digitale del Comune di Modena.
Il concorso si articola in due sezioni, quella della narrativa italiana e quella per gli inediti. Nella prima una giuria popolare, composta dagli aderenti ai gruppi di lettura delle carceri, assegnerò il premio a uno di questi tre romanzi: ‘Almarina’, di Valeria Parrella (Einaudi, 2019); ‘La misura del tempo’ di Gianrico Carofiglio (Einaudi, 2019); ‘Lo splendore del niente e altre storie’ di Maria Attanasio (Sellerio, 2020). Nella seconda, invece, una giuria composta da Ventavoli e dagli scrittori Barbara Baraldi, Simona Sparaco e Paolo di Paolo assegnerà il premio a un’opera inedita prodotta da detenuti o detenute sul tema ‘Il mio lato positivo’.
Andrea Bortolamasi, assessore alla Cultura di Modena, sottolinea il “profondo valore che ha questo premio, a maggior ragione dopo il lockdown di marzo scorso e dopo le rivolte nelle carceri. È una ferità ancora aperta che si può curare con una medicina che può essere la cultura”. Discorso condiviso anche da Marco Bonfiglioli, dirigente provveditorato amministrazione penitenziaria Emilia-Romagna: “Per noi questo premio è importante per ricordare che, nonostante il Covid, non ci siamo mai fermati. Il carcere è ancora un luogo fondamentale nella società, sia per un ruolo di riqualificazione che per rieducazione”. Anche per Marta Martone, direttrice della casa di reclusione Sant’Anna di Modena, “il carcere, in primis, deve essere luogo di cultura, strumento di crescita e di formazione individuale”.
Dello stesso avviso Eugenio Garavini, vice direttore generale Bper Banca: “Bper banca ci ha creduto dall’inizio in questo progetto e continua a crederci. Ci hanno definito ‘La banca che sa leggere’, cosa che a noi inorgoglisce molto. Portare avanti questo discorso di lettura e scrittura collegato al reinserimento dei detenuti è fondamentale, soprattutto in rapporto alla Costituzione. Lo facciamo per responsabilità sociale, non per marketing. Credo che portare avanti questa iniziativa con tutte le problematiche che ci sono in questo periodo sia un grande atto di fiducia. Anche nelle difficoltà non bisogna mai abbassare la guardia”.
Per la nuova edizione del premio il ministero di Grazie a Giustizia ha individuato 17 istituti con laboratori di lettura o di scrittura creativi: la Casa circondariale di Torino Lorusso e Cotugno, quella di Modena, la Casa di reclusione di Milano Opera, quelle di Pisa, Brindisi, Trapani, Verona, Cosenza, Saluzzo, Pescara, Napoli Poggioreale, Sassari, Paola, Ravenna, e Castelfranco Emilia; e quelle femminili di Roma Rebibbia e Pozzuoli.