Paolo Gentiloni interviene ai microfoni del Festival della Diplomazia per parlare della crisi e delle risposte dell’Europa alla pandemia.
Gentiloni: “E’ importante usare la crisi per rendere le società meno diseguali, più resilienti”.
Con queste parole, il Commissario europeo per l’economia, Paolo Gentiloni, entra nel merito della gestione europea della crisi. Interviene ai microfoni del Festival della Diplomazia, rispondendo alle domande di Maurizio Molinari, direttore di “Repubblica”.
Si può parlare di società più resilienti?
Sembra molto complicato, specialmente se in atto c’è una pandemia globale.
Gentiloni spiega, invece, che superficialmente si potrebbe affermare che il Covid-19 non faccia distinzioni.
“Siamo tutti uguali, non c’è differenza tra Trump ed un comune passante”. Per quanto possa sembrare vero, il commissario europeo è convinto, invece, del contrario.
“La crisi accentua le disuguaglianze” sottolinea, ricordando i guadagni dei grandi paperoni del mondo.
Gentiloni, “l’Europa svolge il ruolo di equilibratore”
In questo meccanismo s’inserisce l’Unione Europea.
Per il superamento della crisi, è importante attuare una precisa classificazione del rischio in diverse zone. In quest’ottica diventa centrale il Recovery Fund, indice di una reazione economica sorprendente.
Paolo Gentiloni ricorda alcune delle cifre straordinarie a supporto del dossier. Gli stati hanno investito in questi mesi tra il 4 ed il 4,5 % del PIL nazionale per la ripresa, così come l’Unione Europea ha messo a disposizione un pacchetto di finanziamento (Next Generation EU) senza precedenti.
Un impegno mai visto, né prospettato prima. Un impegno frutto, secondo le parole di Gentiloni, del delicato ruolo da equilibratore che l’Unione Europea ha svolto.
“L’Europa non è uno stato federale, ma deve fare i conti con i diversi interessi nazionali”.
Gentiloni, “Per l’Italia la sfida è usare le risorse in modo lungimirante”
I fondi sono (o saranno) a disposizione, ma questo non basta. La vera sfida per l’Italia è quella di riuscire ad utilizzarli in modo lungimirante.
Gli aiuti del Recovery Fund non arriveranno prima del 2021, ma il fondo Sure, come ricorda Gentiloni, metterà a disposizione dell’Italia 27,4 miliardi entro il 2020.
Allo stesso modo, le linee di credito del MES sono prive di condizionalità, fatta eccezione per l’utilizzo dei fondi nel settore della sanità. Il dibattito sul non-utilizzo del MES è una questione “italo-italiana”, puntualizza il commissario europeo. Fondamentale, invece, è cogliere le possibilità che vengono offerte, pensando non tanto al ritardo dell’arrivo delle risorse, ma piuttosto alla capacità di assorbimento di queste.
Questa, afferma Gentiloni, sarà la vera sfida per l’Italia.
La pandemia ha rallentato i piani della nuova commissione?
La risposta europea alla crisi si è fatta sentire, ribadisce Gentiloni, ma questo non esclude la gestione di altri temi fondamentali per la nuova commissione.
Il New Green Deal, ad esempio, si presenta come la carta d’identità della nuova Unione Europea. Come tale, assicura Gentiloni, quando ci si è chiesti se fosse meglio rallentare in quel settore, per far fronte alle sfide della pandemia, la risposta è stata straordinaria.
Al contrario, la commissione vuole accelerare ed insistere su questo tema.
Il commissario lo dimostra riportando tre dati fondamentali:
- 55 % – è la nuova percentuale richiesta dell’Europa sulla riduzione delle emissioni di CO2. Percentuale necessaria per arrivare all’obiettivo della neutralità del carbone entro il 2030.
- 37 % – è la percentuale di fondi del piano Recovery destinata alla transizione ambientale.
- 30 % – è la percentuale di emissioni di debito dell’Europa in Green Bonds.
Questo è il concetto di resilienza, d’altronde. Non si tratta solamente di resistere all’impatto, ma essere in grado di crescere oltre le difficoltà.