Il mese di ottobre di Piazza Affari è iniziato di poco sopra la parità: da un lato a spingere al rialzo i listini ci ha pensato l’attesa di nuovi stimoli fiscali negli Stati Uniti, dall’altro le borse hanno risentito della nuova ondata di vendite sul greggio (il future con consegna dicembre sul Brent arretra del 4,8% a 40,27 dollari il barile) innescato dall’incremento registrato dalla produzione Opec nel mese di agosto.
Sul listino milanese, dove il Ftse Mib si è fermato a 19.061,50 punti, +0,24% rispetto al dato precedente, spicca il rally di STMicroelectronics (+6,97%), che ha chiuso il trimestre con ricavi netti in aumento del 28% a 2,67 miliardi. Il dato è maggiore dei 2,45 miliardi stimati dagli analisti.
Giornata positiva anche per Diasorin (+2,85%), spinta dal via libera arrivato dalla statunitense Food and Drug Administration alla commercializzazione di sei test per l’epatite B e all’uso di emergenza di un test per gli anticorpi legati all’infezione da Covid 19.
Nel comparto bancario si segnala il balzo registrato dal Banco BPM (+4,15%) dopo i rumor su un presunto incontro dell’Ad Giuseppe Castagna con il numero uno del Credit Agricole, Philippe Brassac. Giornata invece negativa per UniCredit e Intesa Sanpaolo che hanno rispettivamente lasciato sul parterre l’1,24 e l’1,04 per cento.
In fondo al paniere delle blue chip troviamo tre titoli del comparto energetico: Saipem (-3,27%), Eni (-3,38%) e Tenaris (-2,56%), penalizzati dalla performance dell’oro nero. Giornata negativa anche per Atlantia (-2,16%) dopo i rumor di stampa sulla presunta volontà del fondo Tci e di altri soci di intentare una procedura legale contro lo Stato Italiano in caso di revoca della concessione.
Segno meno per lo spread tra i decennali emessi dal Tesoro ed i corrispondenti titoli tedeschi, sceso a 136 punti base (-1,5%). (In collaborazione con money.it)