“Il Mef è tra le amministrazioni caratterizzate da lavoro agile più elevato (7%) e con la pandemia ha reagito in maniera immediata”. A dirlo Monica Parrella (ministero dell’Economia e delle finanze) intervenendo al digital talk ‘Le new ways of working nella Pubblica amministrazione’, promosso da EY e trasmesso in streaming su Adnkronos.com. “A marzo – spiega – il Mef aveva già adottato la policy per tutto il personale, mostrando ottime capacità di reazione. Una scoperta sono stati i molti dipendenti in grado di lavorare da casa. Con una scossa l’emergenza ha sgretolato le resistenze e i pregiudizi radicati tra dirigenti e dipendenti sulla capacità produttiva fuori dai luoghi di lavoro: pregiudizi peraltro monitorati di recente con una survey”.
“I risultati di questo studio – ammette Monica Parrella – sono significativi: pensiamo alle ispezioni sulle amministrazioni pubbliche, che in molti casi si erano arrestati in mezzo al guado, perché né digitalizzati, né del tutto analogici. Sono stati i primi processi costretti automaticamente al digitale, ad essere sbloccati. Una chiamata all’innovazione, su cui l’amministrazione aveva già investito. L’ultimo ostacolo dunque per il Mef è stato il superamento del pregiudizio culturale del dirigente che oggi ha capito che, dando fiducia e disponibilità, mettendo in campo soft-skills, riesce a far lavorare i dipendenti, affinando capacità di leadership con risultati migliori di quelli precedenti”.
“Con il rientro in ufficio oggi – avverte – la situazione è più sfidante, dal punto di vista sanitario, perché più frequentazioni ci sono in ufficio, maggiori sono i rischi, ma al tempo stesso c’è una situazione diversa: è il momento della leadership, che deve fare la sua parte, per riuscire con un’opportuna formazione e condivisione dell’esperienza, a portare a termine l’attività lavorativa, sfruttando le chiavi di processi nuovi che abbiamo imparato ad usare durante il lock-down. Un luogo pensato per lavorare ti porta indietro al vecchio modo di produrre. Per andare avanti, verso un nuovo mondo, bisogna resistere rispetto alla nostra comfort zone, ossia ai vecchi modelli già sperimentati, rinunciando ai quintali di carta stampata e imparando a produrre in digitale”.