“I dati del sondaggio che pubblichiamo oggi mostrano che l’opinione pubblica chiede ‘più scienza’ ma ha problemi a comprendere” che i risultati richiedono tempo e non sono sempre univoci: “dovremmo essere onesti nel processo scientifico, è fondamentale la trasparenza, la capcità di replicare” gli esperimenti e i risultati. Lo sottolinea Moira Gilchrist, Vice President Strategic & Scientific Communications di Philip Morris International, in un dibattito a margine della presentazione dello studio “In Support of the Primacy of Science”, promosso dalla multinazionale.
Gilchrist, ammettendo le difficoltà “di lavorare in un settore ‘controverso’, dove a volte le emozioni superano i fatti” , ricorda che “noi scienziati cerchiamo soluzioni, giuste o sbagliate, ma queste sono risposte che arrivano dopo molto tempo: la stessa peer review è buona anche se non è esente da problemi”.
“E’ responsabilità degli scienziati non andare al di là di quello che dicono i risultati, non si dovrebbero presentare teorie che vanno oltre i fatti” osserva lamentando invece “come nel caso del fumo, le diverse prese di posizione confondono l’opinione pubblica, che non sa a chi credere, mentre spesso dobbiamo assistere a una corsa ai post, alle conferenze, ai comunicati stampa”.
“Il futuro di Philip Morris International è in tecnologie basate su evidenze scientifiche”, tecnologie “che crediamo possano portare a farla finita con il fumo” delle sigarette tradizionali, ma “e’ frustrante – come scienziato – vedere che mentre l’opinione pubblica guarda a noi per i passi in avanti, dall’altra parte ci sono molti, fra ong o politici, che semplicemente non voglio ascoltare” quello che sta succedendo nel settore. Per la scienziata, “c’è molta paura” ad affrontare il dibattito sul futuro del fumo, “ma io chiedo solo di mettere da parte per un momento” i pregiudizi “e focalizzarci sui dati”.
“Al mondo ci sono più di un miliardo di persone che ancora fumano sigarette e meritano una alternativa migliore: possiamo pensare a loro? e magari – è il suo auspicio – indirizzarli verso i prodotti” innovativi come quelli con ‘tabacco a rischio modificato’ approvati negli Usa dalla Food and Drug Administration. Nella ricerca scientifica, “con il passare del tempo i risultati diventano sempre più evidenti, il business come i politici o l’opinione pubblica devono avere pazienza” ha auspicato Gilchrist.
Le sue parole cadono sullo sfondo della trasformazione di Philip Morris International verso un’azienda guidata dalla scienza e dalla tecnologia, con l’obiettivo di costruire un futuro senza fumo, un futuro cioè senza sigarette. “Con il giusto incoraggiamento normativo e il sostegno della società civile – spiega PMI – riteniamo che questo obiettivo possa essere raggiunto in molti paesi in 10-15 anni. La scienza è fondamentale per mantenere questo impegno”.
“Dal 2008 – ricorda la multinazionale – abbiamo investito miliardi di dollari per sviluppare, testare e produrre valide alternative alle sigarette per quei fumatori adulti che altrimenti continuerebbero a fumare. Questi prodotti sono il risultato di quasi due decenni di lavoro di Ricerca e Sviluppo, sostenuto da un rigoroso programma di valutazione scientifica guidato da un team che oggi comprende più di 430 scienziati e altri esperti”.
Philip Morris sottolinea di mettere “le nostre scoperte e i nostri metodi scientifici a disposizione di altri per esaminarli e invitiamo la ricerca indipendente sui nostri prodotti. Incoraggiamo una conversazione ampia e basata sulla scienza con le autorità di regolamentazione, gli scienziati e la comunità della salute pubblica sulle valide alternative che stiamo sviluppando e sul ruolo che queste possono giocare nelle policy di controllo del tabacco e di riduzione del danno”.