Il dado è tratto. Prende il via il progetto di scissione di Autostrade per l’Italia. A dare il la all’operazione è stato oggi l’atteso consiglio di amministrazione di Atlantia che ha deliberato la nascita di Autostrade Concessioni e Costruzioni spa, il nuovo veicolo funzionale allo scorporo e alla successiva ipo. Una tappa cruciale, quella di oggi, su un percorso che rimane sul versante negoziale con Cassa Depositi e Prestiti ancora tutto aperto e dall’esito per nulla scontato. Intanto, dopo l’exploit di ieri in borsa, il titolo oggi arretra chiudendo la seduta con un -6,1% a 14,69 euro.
Al termine della riunione che si è svolta in tarda mattinata, è Atlantia a comunicare che il board ha deliberato di “procedere alla costituzione della società destinata a ricevere il compendio scisso, che includerà sino all’88% del capitale di Autostrade per l’Italia”, e che è “funzionale al progetto di scissione parziale e proporzionale e successiva quotazione in Borsa”. Sarà poi un successivo consiglio di amministrazione di Atlantia ad approvare la struttura dell’operazione e il progetto di scissione.
Sembra essere, dunque, questa l’opzione preferenziale che il gruppo intende percorrere. Ma anche l’altra strada prospettata dal cda del 4 agosto scorso rimane aperta e confermata oggi: “l’ipotesi di vendita diretta dell’intera quota dell’88% detenuta da Atlantia in Autostrade per l’Italia S.p.A. permane quale alternativa all’operazione di scissione come già annunciato nel comunicato del 4 agosto 2020”, riferisce, infatti Atlantia.
La partita rimane, comunque, tutta aperta. Il traguardo di un possibile accordo tra Atlantia con Cassa Depositi e Prestiti non sembra certo dietro l’angolo. La ripresa dei contatti e delle negoziazioni tra i principali attori ha sicuramente segnato un’inversione di rotta anche se non sembra aver impresso ancora un’accelerazione in vista di un’intesa. Secondo fonti vicine al dossier, per il gruppo infrastrutturale che fa capo alla famiglia Benetton l’opzione prevalente rimarrebbe quella di una scissione, quotazione in borsa del veicolo e contestuale aumento di capitale per Cdp. Una soluzione che, peraltro, sarebbe vista di buon grado da parte degli azionisti esteri che chiedono che un’operazione trasparente e di mercato.
Certo è che sono necessari ancora interlocuzioni e approfondimenti tra le parti. Si va avanti, assicurano altre fonti di mercato interpellate, ma tutte le opzioni sono aperte e non ci sarebbe una ‘pista’ privilegiata o uno schema prevalente rispetto ad altri, anche in considerazione delle numerose e complesse questioni aperte ancora da definire.
Sulla vicenda mostra moderata fiducia e, insieme, prudenza il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che ascoltato in commissione di vigilanza su Cdp sulla proposta transattiva per Aspi. Sarà “un’operazione di mercato”, sottolinea. “Seguo con grande attenzione ma anche con dovuto rispetto dell’autonomia di Cdp e di tutti gli attori in campo e sarò in grado di valutare, analizzare e commentare il punto d’arrivo quando questo si sarà materializzato”. Una trattativa che sta conducendo Cdp “con la piena fiducia da parte del governo”.
L’obiettivo, spiega il titolare del Mef, è “un regime concessorio più corretto e meno squilibrato”, per “un’infrastruttura efficiente, moderna e con prezzi corretti”, aggiunge.
Cassa depositi e prestiti , prosegue Gualtieri,”si occuperà anche della realizzazione della società unica della fibra che aiuterà il paese a raggiungere i suoi obiettivi e dotarsi in tempi più rapidi possibili di questa infrastruttura immateriale”, dice poi. Sul fronte di Cdp “bene il modello e anche il dialogo tra Cassa, management, Parlamento e governo che intende concorrere a individuare obiettivi strategici con l’autonomia delle aziende, un modello che ha prodotto risultati apprezzabili”.