Il coronavirus affonda i conti di Alitalia. Lo tsunami che ha travolto il trasporto aereo mondiale lascia pesanti segni anche sull’ex compagnia di bandiera. Nel primo semestre dell’anno, crollano i ricavi e le perdite operative toccano il picco a quota 427 milioni, mediamente 2,37 milioni al giorno mentre intanto continua a bruciare cassa con un saldo che, a fine giugno, si attesta a 226 milioni di euro. E’ questo il quadro della situazione economico-finanziaria tratteggiato nelle oltre 40 cartelle della relazione che il commissario straordinario dell’aviolinea, Giuseppe Leogrande, ha inviato al Parlamento. Ed è in questo orizzonte carico di nubi che si attende il decollo della newco, che dovrà partire, come previsto dal Dl Agosto, con un capitale sociale di 20 milioni di euro e che dovrà tracciare la rotta della nuova Alitalia con la predisposizione del nuovo piano industriale.  

Si parte, dunque, della ‘bottom line’ del conto economico che vedono i ricavi in caduta vertiginosa. Nel primo semestre 2020 i ricavi del traffico di Alitalia, che includono ricavi passeggeri, cargo, posta, charter ed ancillari, sono pari a 490 milioni di euro, in calo di 850 milioni di euro (- 63%) rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente, il traffico passeggeri contribuisce con una flessione di ricavi pari a 808 milioni di euro (-66%). La drastica flessione, spiega nella relazione Leogrande, è stata determinata dall’impatto della cancellazione dell’attività per la pandemia da Covid 19 nel periodo marzo-giugno (-57% di voli operati nel semestre).  

I primi sei mesi chiudono con un margine operativo lordo negativo per 225 milioni di euro, in peggioramento rispetto ai -183 mln dello stesso periodo del 2019, e un risultato operativo (ebit) negativo per 427 milioni, con un peggioramento di 250 milioni rispetto ai 177 del primo semestre del 2019. Al 30 giugno 2020 la cassa di Alitalia presenta un saldo di 226 milioni di euro, evidenziando nell’anno un peggioramento pari a 360 milioni di euro rispetto alla cassa iniziale di 586 milioni. 

La relazione quantifica anche i danni subiti a causa della crisi innescata dalla pandemia per i quali la compagnia ha presentato istanza al Mise per avere accesso alle misure compensative di ristoro. “I danni patiti – si legge nella relazione – nel periodo febbraio-giugno 2020, con riserva di successiva integrazione per gli ulteriori danni che avessero a verificarsi nel corso della restante parte del 2020, sono stati così quantificati in complessivi Euro 254 milioni, senza tenere in considerazione, in termini di rettifica dei ricavi e conformemente alle richieste della DG Comp, l’abnorme importo dei rimborsi eseguiti nel periodo a favore dei passeggeri (pari a circa Euro 150 milioni). L’istanza è in corso di valutazione in seno alle competenti autorità nazionali e comunitarie”. 

Numeri pesanti che la newco, i cui vertici sono stati disegnati a giugno dal Governo con Fabio Lazzerini ad e presidente Francesco Caio, dovrebbe ora lasciarsi alle spalle. Secondo la tabella di marcia indicata nel dl agosto, la nuova società, una volta costituita, avrà 30 giorni di tempo per predisporre il nuovo piano industriale e presentarlo alla Ue, che ha da tempo acceso i fari sull’operazione chiedendo discontinuità per poter dare il proprio via libera all’operazione. Sono previsti altri 30 giorni per il passaggio del piano in Parlamento per l’esame da parte delle Commissioni competenti.  

Considerando questa tempistica e il fatto, non secondario, che ci dovrà essere un confronto con i sindacati, l’effettiva partenza della nuova Alitalia potrebbe avvenire con il nuovo anno tra gennaio e marzo. E, osservano addetti ai lavori, a questo punto, non sarebbe neanche troppo auspicabile un avvio nel ‘deep winter’, cioè nella bassa stagione del trasporto aereo, tenendo presente anche le incognite legate al covid 19, ma si potrebbe ragionare su un decollo con la stagione estiva per partire con la sicurezza di maggiori ricavi.