Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail tra gennaio e luglio sono state 288.873 (-23,7% rispetto allo stesso periodo del 2019), 716 delle quali con esito mortale (+19,5%). In diminuzione le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 25.205 (-34,5%). I dati di quest’anno sono fortemente influenzati dall’emergenza Coronavirus, spiega l’Inail. Gli open data pubblicati sono provvisori e il loro confronto richiede cautele, in particolare rispetto all’andamento degli infortuni con esito mortale, soggetti all’effetto distorsivo di ‘punte occasionali’ e dei tempi di trattazione delle pratiche, sottolinea l’Inail. Per quantificare il fenomeno, comprensivo anche dei casi accertati positivamente dall’Istituto, sarà quindi necessario attendere il consolidamento dei dati dell’intero 2020, con la conclusione dell’iter amministrativo e sanitario relativo a ogni denuncia.  

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto nei primi sette mesi di quest’anno sono state 716. Pur nella provvisorietà dei numeri, questo dato evidenzia un aumento di 117 casi rispetto ai 599 registrati nello stesso periodo del 2019 (+19,5%). L’incremento è influenzato dal numero dei decessi avvenuti e protocollati al 31 luglio 2020 a causa dell’infezione da Covid-19 in ambito lavorativo, continua l’Inail.  

A livello nazionale rispetto ai primi sette mesi dell’anno scorso si registra una riduzione solo degli infortuni mortali in itinere, che sono passati da 167 a 113 (-32,3%), mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro sono aumentati da 432 a 603 (+39,6%). L’incremento ha riguardato la gestione Industria e servizi (da 512 a 630 denunce) e il conto Stato (da 9 a 31), mentre l’Agricoltura ha registrato 23 casi in meno (da 78 a 55). L’incremento rilevato nel confronto tra i primi sette mesi del 2020 e del 2019 è legato soprattutto alla componente maschile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 548 a 644 (+96 decessi), mentre quella femminile ha fatto registrare 21 casi in più, da 51 a 72. In aumento le denunce di infortunio mortale dei lavoratori italiani (da 488 a 609), mentre calano quelle dei lavoratori extracomunitari (da 71 a 69) e comunitari (da 40 a 38). Dall’analisi per fasce d’età si contraddistingue per l’aumento dei decessi quella degli over 55, rispetto alla diminuzione registrata nelle altre. 

Tra i settori economici della gestione Industria e servizi, il settore Ateco ‘Sanità e assistenza sociale’ si distingue per il forte incremento delle denunce di infortunio in occasione di lavoro: +143% nei primi sette mesi (da 16mila a 38mila casi), con punte di quasi il +500% nel bimestre marzo-aprile 2020/2019. Nei mesi di giugno e luglio si è assistito, invece, a un’inversione di tendenza con decrementi pari rispettivamente al -8% e al -16%. Nel 2020, inoltre, tre denunce su quattro del settore hanno riguardato il contagio da Covid-19. 

Al 31 luglio risultano sei incidenti plurimi avvenuti nei primi sette mesi del 2020, per un totale di 12 decessi: il primo in gennaio, costato la vita a due lavoratori vittime di un incidente stradale a Grosseto, il secondo in febbraio, con due macchinisti morti nel deragliamento ferroviario avvenuto in provincia di Lodi, il terzo e il quarto in marzo, con due vittime per incidenti stradali in provincia di Torino e altre due in provincia di Bologna, il quinto in giugno, con due operai travolti dal crollo di un muro a Napoli, e l’ultimo in luglio in un cantiere edile di Roma, in cui sono deceduti due operai caduti da un ponteggio. Lo scorso anno, invece, gli incidenti plurimi avvenuti tra gennaio e luglio erano stati 12, con 24 casi mortali denunciati (20 dei quali stradali). Lo rende noto l’Inail in un comunicato.