“Numeri buoni, ma dicono poco dopo il weekend”. Esordisce così Paolo Spada, chirurgo vascolare dell’Istituto Humanitas di Rozzano (Milano), nella sua analisi dei dati giornalieri sull’andamento di Covid-19, ospitata su Facebook nello spazio ‘Pillole di ottimismo’ curato dallo stesso specialista con il virologo Guido Silvestri e un gruppo di camici bianchi e scienziati. In Italia si rilevano nel dettaglio “127 nuovi casi identificati in corso di tracciamento, e 193 da screening: complessivamente 320 positivi su 30.666 tamponi (1%) e 21.379 persone testate (1,5%)”, riepiloga Spada.
“Negli ultimi sette giorni abbiamo avuto in media 229 casi da tracciamento e 258 da screening, su 487 nuovi positivi al giorno – evidenzia – Rispetto ai sette precedenti, la variazione è stata di +116 casi totali al giorno, di cui +45 casi da tracciamento e +71 da screening. Il rapporto tra i positivi e il numero di persone testate, calcolato come media su sette giorni nelle ultime quattro settimane, è stato: 0,88%, 1,03%, 1,47%, 2,01%”.
Per i dati di oggi “l’interferenza del lungo weekend porta una gradevole, quanto apparente, riduzione dei casi, che ci riporta poco sopra al livello di lunedì scorso (61 casi in più). Naturalmente non cambia il discorso di fondo, e ci dobbiamo preparare ai prossimi giorni, che ci diranno più chiaramente come vanno le cose. Anche il rapporto positivi/persone testate, che oggi torna a livelli più che accettabili, andrà rivisto domani, ma intanto tiriamo il fiato”.
Riguardo ai numeri dei ricoveri (+23 e +2 in terapia intensiva), Spada fa notare che “quasi sempre questi aumentano il lunedì e il martedì, quindi non facciamoci troppo spaventare – dice – Anche oggi giova ricordare che in questi numeri sono inclusi pazienti occasionalmente riscontrati positivi al tampone ma ricoverati per altra causa (urgente, altrimenti il ricovero viene rinviato fino a negativizzazione)”.
Inoltre, conclude, “va considerato che alcuni ricoveri sono eseguiti a scopo precauzionale, o di osservazione (specie dove le condizioni sociali e famigliari non garantiscano un isolamento efficace), e non sono quindi sempre espressione di elevata intensità di malattia. Tuttavia questo non deve autorizzare a pensare che i numeri degli ospedali siano insignificanti: al crescere dei contagi tornano anche casi severi, e quadri radiologici polmonari impegnati”.