Il 2020 è stato un anno particolarmente importante e favorevole per la cicogna bianca in Calabria: 31 le coppie che si sono riprodotte sui nidi artificiali appositamente predisposti, 8 coppie in più rispetto al 2019. A comunicarlo è la sezione Lipu di Rende che dal 2003, in collaborazione con e-distribuzione, la società del Gruppo Enel che gestisce la rete elettrica a media e bassa tensione, posiziona nidi artificiali su tralicci e pali elettrici per favorire il ritorno e la nidificazione di questa specie in Calabria.
I numeri di quest’anno danno ragione dell’impegno e degli sforzi compiuti in quasi 20 anni di attività su questa specie. L’obiettivo di creare una popolazione minima vitale di 30 coppie è stato gradualmente, anno dopo anno, raggiunto e superato. La Piana di Sibari con 20 coppie (5 in più rispetto al 2019) si conferma la zona più vocata per la cicogna bianca per la presenza di risaie, segue la Valle del Crati con 9 coppie (2 in più rispetto al 2019). La Valle del Neto conferma la sua unica coppia storica e, da quest’anno, si aggiunge un’altra area, la Valle dell’Esaro, con una coppia nidificante, la prima in assoluto nella storia di questo territorio.
In particolare, la Piana di Sibari e la Valle del Crati, sono state interessate da altre 6 coppie di cicogne che hanno tentato di riprodursi costruendo il nido ma poi non sono riuscite a portare a termine la nidificazione. In genere si tratta di coppie giovani, sessualmente non mature, che simulano delle nidificazioni e che però fanno ben sperare per il prossimo anno.
Tutte, tranne due coppie, in questi anni, si sono riprodotte su nidi artificiali, e anche questo è un record ed un elemento di ulteriore eccezionalità, sostengono i volontari della sezione Lipu di Rende, che non trova riscontro in nessuna altra regione d’Italia e forse d’Europa.
Per quanto riguarda il numero di nati sono stati ben 80 quest’anno, 11 in più rispetto al 2019, di cui 17 sono stati inanellati a scopo scientifico, un’attività questa molto importante che è giù al suo secondo anno.
Le 20 coppie della Piana di Sibari hanno dato alla luce 47 giovani cicogne, 26 sono nate nella Valle del Crati dalle 9 coppie, 5 nella Valle del Neto e 2 nella Valle dell’Esaro. Non tutte le 80 cicogne nate però si sono involate, sottolineano ancora i volontari della Lipu, perché 3 sono morte nel nido, altre 3 misteriosamente scomparse mentre erano ancora nel nido.
La causa di morte, per almeno due delle tre, sono stati i lacci e fili di nylon usati in agricoltura che le cicogne adulte raccolgono sul terreno per costruire il nido insieme ad altro materiale, a volte anche buste di plastica. I piccoli, nel lungo periodo di permanenza nel nido prima di involarsi (circa 60 giorni), si attorcigliano involontariamente attorno a questi fili, soffocandoli in una lenta e atroce agonia o impedendo loro di spiccare il volo.
A nulla è servita purtroppo la scalata dei tecnici di e-distribuzione sui tralicci elettrici per liberare le cicogne da questi lacci.
Per i tre piccoli, misteriosamente spariti, i volontari Lipu sospettano il sorvolo di droni sui nidi da parte di gente che, forse anche in maniera inconsapevole dei danni che può provocare, attua questa pratica allo scopo di collezionare foto rare o semplicemente per postarle sui social.
Il rumore provocato dal drone a breve distanza dal nido mette in allarme adulti e piccoli che possono anche lanciarsi dal nido quando ancora non sono in grado di volare e andando quindi incontro a morte sicura. Questa è una forma di disturbo particolarmente pericolosa perché allontana gli adulti dal sito riproduttivo impedendo la costituzione, negli anni, di coppie fedeli a quel territorio.
La Lipu auspica che quest’attività con i droni, per quanto riguarda il possibile disturbo ai nidi e alla fauna selvatica in genere, venga regolamentata e che siano applicate pene severe per i trasgressori.
Ora le 74 giovani cicogne nate in Calabria e le 31 coppie (62 adulti) sono ancora nei cieli calabresi, si godono l’ebrezza dei primi voli e gli adulti si rilassano dopo l’impegnativa stagione riproduttiva durata oltre 4 mesi.
Tra qualche giorno lasceranno la Calabria per intraprendere il lungo viaggio migratorio che le porterà in Africa oltre il deserto del Sahara. Ci vorrà la primavera prossima per vederle di nuovo in Calabria volare nel cielo o ai loro nidi mentre accudiscono i piccoli. Con la speranza che i comportamenti dell’uomo siano meno invasivi e più rispettosi nei confronti dell’ambiente e di questa meravigliosa specie che è in grado di regalarci tantissime emozioni