Nella classifica delle attività dal maggiore impatto positivo nella vita, quelle insomma che ci fanno stare bene, al primo posto c’è prendersi cura di un animale domestico (attività benefica per il 75% degli intervistati), seguita dalla meditazione (70%); viaggiare, curarsi con i fiori di Bach, praticare yoga e fare attività artistiche come suonare, dipingere e recitare (a pari merito al terzo posto, con il 69%). Al quarto posto l’attività sessuale e camminare in spiaggia (67%) insieme ad andare in spiaggia e camminare. Alla decima posizione troviamo farsi fare dei massaggi, apprezzato dal 66% dei soggetti.
Lo rileva una ricerca Altroconsumo sui fattori che determinano la salute psicologica degli italiani, realizzata prima dell’arrivo del Covid-19 secondo la quale molte delle attività più praticate nella quotidianità delle persone, invece, non portano i benefici che ci si aspetterebbe: il 91% degli intervistati ha dichiarato di guardare abitualmente la televisione ma solamente il 15% ne trae un reale beneficio. Anche i social network, usati abitualmente dal 56% degli intervistati, risultano avere effetto positivo solamente per il 13% degli individui. Lo shopping, da sempre considerato un rimedio antistress, è risultato avere effetto positivo sul benessere soltanto di 1 persona su 4.
Quali gli aspetti della vita che hanno un maggiore impatto positivo sul benessere delle persone? Dall’indagine risulta che i rapporti con familiari, amici e partner sono gli elementi che incidono maggiormente sulla salute mentale.
Per il 57% degli intervistati l’aspetto che impatta più positivamente la propria vita è la salute dei figli, seguita dal rapporto con loro (54%) e la relazione con il partner (41%). Altri fattori di grande importanza sono, inoltre, le condizioni abitative, la salute – del partner, propria e della famiglia – e poi i rapporti con gli amici, i familiari e i compagni e colleghi. Occupano gli ultimi posti la situazione professionale, quella finanziaria e il rapporto con i vicini.
Realizzando la ricerca, Altroconsumo ha voluto anche fotografare lo stato psicologico della popolazione italiana: stato che a seguito della pandemia è sicuramente mutato. Al momento della raccolta dati (novembre-dicembre 2019), più di 1 italiano su 3 dichiarava di soffrire di stress psicologico e il 18% degli intervistati si dichiarava insoddisfatto della propria qualità della vita. Quasi 1/3 della popolazione, invece, considerava la propria vita ideale o e il 42% buona o molto buona.
Nervosismo, stanchezza, depressione sono alcune delle sensazioni maggiormente provate nel mese precedente all’inchiesta dai soggetti intervistati: quasi il 20% ha provato nervosismo, il 16% si è sentito stanco senza una ragione concreta e il 15% ha dichiarato di essersi sentito depresso e inutile per la maggior parte del tempo. La fascia di popolazione che soffre maggiormente di stress è quella fra i 25 e i 30 anni, mentre sopra i 47 i livelli di tensione diminuiscono drasticamente, soprattutto per i minori problemi legati ai soldi.