“La tendenza agli acquisti privati” di farmaci durante la fase dell’emergenza Covid-19 “mostra alcuni aumenti e mostra persino che l’idrossiclorochina la gente se l’è comprata da sola”, avendo anche “costi irrisori. Spero che questo sia accaduto solo nelle prime fasi”. A segnalarlo è stato il direttore generale dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), Nicola Magrini, commentando alcuni dati emersi oggi alla presentazione del Rapporto sull’uso di farmaci durante l’epidemia di Covid-19.
“Le posizioni sull’idrossiclorochina sono omogenee in tutto il mondo oggi. A parte acuti politici, nella comunità scientifica internazionale c’è consenso sulla sostanziale inutilità del farmaco. Su alcune posizioni politiche non mi soffermo, ma sui metodi e gli approcci appare importante sentirsi parte della comunità internazionale e l’Italia credo abbia figurato bene”, ha sottolineato ancora Magrini, che ha poi aggiunto: “Una riflessione su una maggior capacità di fare ricerca internazionale potrebbe essere utile. Ritengo che tutti hanno guardato alle proprie emergenze e poco al di là del confine. Alcune volte invece era dalla visione europea e internazionale che si trovava conforto, come ad esempio è successo per l’idrossiclorochina”, ha detto il Dg.
“Le terapie croniche sono rimaste sostanzialmente stabili” anche durante la pandemia di Covid-19, ha aggiunto commentando il Rapporto. “Un calo” sul fronte terapie per i cronici “sarebbe stato fonte di preoccupazione – spiega – invece è emersa una sostanziale stabilità, indicativa della capacità del sistema di reagire”.
Nei tre mesi più duri – marzo, aprile e maggio – c’è stato da parte di Aifa “uno sforzo nella gestione delle carenze che erano motivo di preoccupazione e si è agito per l’estensione dei piani terapeutici per i malati cronici per evitare loro di dover andare in ospedale” durante l’emergenza Covid-19, “per le prescrizioni dei farmaci. Abbiamo infine avviato un monitoraggio real time di cui questo rapporto mostra i risultati”.