Il mercato dei monopattini elettrici, o e-scooter, è migliorato in modo significativo negli ultimi anni e a dimostrarlo è sia la loro presenza in circa 350 città di tutto il mondo, sia gli investimenti che le aziende stanno effettuando per superare i vincoli operativi legati al loro sviluppo. Lo rileva Boston Consulting Group nello studio “How E-Scooters Can Win a Place in Urban Transport” che parla di un mercato potenziale da 30 miliardi di dollari.
Lo studio analizza i potenziali sviluppi di quello che rappresenta uno dei fenomeni di consumo con la crescita più rapida a livello mondiale. Ma anche uno dei più controversi: mentre alcune città stanno limitando il loro utilizzo, con vincoli creati in funzione soprattutto della convivenza con gli altri mezzi di trasporto e con i pedoni, i leader del settore continuano ad incassare miliardi e i finanziamenti fluiscono senza sosta.
Dato il grande successo in città, i monopattini elettrici sono andati incontro a una serie di migliorie che rendono i modelli di seconda generazione più robusti e con un ciclo di vita più lungo rispetto ai modelli precedenti (raddoppiato dai 12 ai 24 mesi di utilizzo), nonché dotati di nuovi elementi intelligenti come i sensori anti-vandalismo.
Il prossimo livello di innovazione riguarderà le batterie, che saranno sostituibili in stazioni di ricarica poste in vari punti della città dove gli utenti potranno cambiarle in cambio di credito di viaggio, analogamente a quanto già avviene per il rifornimento delle auto nelle app di car-sharing.
Quali sono le prospettive reali di crescita del settore? Considerata la rapidità con cui anche il marketing legato ai monopattini elettrici si sta evolvendo, il consolidamento di questo mercato risulta inevitabile, dato che la prima ondata di diffusione è già in corso. In Europa le differenze di reddito disponibile nei vari Paesi costituiscono un elemento essenziale per capire quali città sono più adatte alla crescita del mercato dei monopattini.
Bcg ha formulato quattro elementi chiave (densità della popolazione, apertura all’uso delle bici, clima, numero dei giovani) che hanno permesso di individuare 750 città adatte a questo tipo di micromobilità negli Stati Uniti e in Europa, indicando più del doppio dei mercati attivi oggi e suggerendo un enorme potenziale di crescita.
Ad esempio, molte città europee come Copenhagen e Berlino sono più portate ad accogliere la crescita del mercato dei monopattini grazie alla loro cultura e alla presenza di spazi destinagli alle bici già da molto tempo. In altre città, la penetrazione degli e-scooter dipenderà dai progressi nella pianificazione urbana, cosa che aumenterebbe anche il livello di sicurezza e diminuirebbe il numero di incidenti, dato che l’80% di questi riguarda casi in cui le auto o i camion investono monopattini e biciclette.
In questo caso, i policymaker delle singole città dovrebbero creare una normativa basata sulle iniziative di simili e sui data analytics forniti dagli operatori nel settore. Inoltre, questi devono anche definire regole della strada su misura insieme a requisiti di sicurezza pubblica, zone di parcheggio e di divieto di sosta. Investimenti infrastrutturali ben pianificati, comprese piste ciclabili e parcheggi designati, aumenteranno i livelli di sicurezza in città e incoraggeranno ad un uso maggiore e più responsabile dei monopattini.
Come indicano i progressi raggiunti e le spinte da parte del mercato, gli e-scooter – sottolinea lo studio di Bcg – sono qui per rimanere e, insieme alle altre forme di micromobilità, saranno i protagonisti della mobilità urbana del futuro. I fornitori e i leader politici delle città devono lavorare insieme per integrare adeguatamente gli e-scooter nel mix di mobilità del futuro e raggiungere l’obiettivo di utilizzare forme di mobilità diverse dalle auto e con un impatto minore sull’ambiente, senza contare le possibilità di guadagno nel lungo termine per il mercato europeo e statunitense che si aggirano tra i 25 e i 30 miliardi di dollari.