I punti deboli della crisi Covid-19 oggi? “I giovani che si sentono inattaccabili. Situazioni di convivialità senza regole. Poi resta l’incognita della scuola. Con le scuole dobbiamo stare attenti. Il tema è di importanza vitale, ma i dati sono contraddittori. E un contagio lì rischia di diventare una bomba”. Lo dice in un’intervista a ‘La Repubblica’ Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). “Come Oms europea – aggiunge – abbiamo convocato una conferenza fra gli esperti e In Italia abbiamo la fortuna di riaprire le scuole dopo gli altri. Stavolta non siamo chiamati a fare gli apripista, ma non possiamo permetterci sbagli. Oggi curiamo i pazienti prima e meglio. Resta ancora difficile trovare gli asintomatici che diffondono i contagi. Avvieremo un monitoraggio delle acque reflue per riconoscere in anticipo i focolai che si riaccendono”.
Rispetto alla Lombardia, il Lazio preoccupa “meno. È stato fatto un ottimo lavoro per isolare i focolai. Oggi Lazio e Lombardia vivono situazioni opposte. Nel Lazio c’è una circolazione a cluster: molti casi, ma concentrati. In Lombardia c’è una circolazione comunitaria. Il virus è in giro, ma non sappiamo esattamente dove. I contagi sono distribuiti. Ricostruire i loro percorsi è difficile”. E per localizzare i contagi? “È davvero dura. Nessuno di noi ricorda quando al supermercato si è avvicinato troppo a un’altra persona. Per questo ‘Immuni’ è importante”. E il calo dei casi è dovuto non al caldo, secondo Guerra, dato che “molti paesi caldi vedono esplodere i casi”, ma all’effetto “di un lockdown doloroso, ma che ha salvato molte vite”.
“Dobbiamo mantenere mascherine e distanze. La Spagnola ha ucciso di più nella seconda ondata. È importante non superare una soglia limite, oltre la quale diventa difficile tenere l’epidemia sotto controllo”, dice ancora Guerra. Oggi “basta un positivo per riaccendere tutto. Tifavo Napoli in quella partita, ma il Sud, che è stato bravissimo a impedire l’ingresso massiccio del virus, ora rischia grosso. A Bergamo abbiamo il 57 per cento di sieropositivi. Al Sud sono quasi tutti suscettibili. Lì l’epidemia è pronta a scoppiare. E una volta entrato, questo virus non te lo togli più”.