Ma cosa è la bioedilizia? Le città stanno prendendo il sopravvento sulla natura e questo accade da parecchi secoli, non c’è da stupirsi. Ma, fortunatamente, qualcuno si è posto la fatidica domanda: Proseguendo così dove andremo a finire? E così, sempre più spesso, parecchie ditte di costruzioni si orientano verso la bioedilizia, la nuova frontiera delle costruzioni che riesce a coniugare il crescente bisogno di nuclei abitativi con l’ambiente che ci circonda.
Si chiama bioedilizia tutto ciò che fa di un complesso residenziale un qualcosa che è inserito nel contesto naturale e che è ad impatto zero, che coniuga le comodità di un moderno stile di vita con il risparmio energetico, con la salute dei cittadini e che non va ad intaccare il delicato equilibrio ambientale.
Negli anni passati, ad esempio, si è fatto largo consumo di materiali altamente inquinanti e decisamente dannosi per la salute come ad esempio l’amianto che, ancora oggi, è causa di malattie e di alti costi per lo smantellamento.
Fortunatamente, ai giorni nostri, si è riscoperta una nuova sensibilità ambientale ed è aumentata la cura per tutto ciò che riguarda l’ecosistema che ci circonda. Numerose ditte di costruzioni si stanno così indirizzando verso una nuova consapevolezza, grazie anche all’uso di materiali ecocompatibili che salvaguardano sia la natura, che la salute delle persone.
E se l’Italia è ancora un po’ indietro rispetto a questa nuova filosofia abitativa altri paesi europei, come il Belgio e l’Olanda, ma anche la Spagna e la Germania, hanno stanziato già da parecchi anni fondi per incentivare la bioedilizia.
Partendo dal presupposto che, anche i costi più alti di una costruzione attenta alle biodinamiche possono essere ammortizzati nel corso del tempo, si può capire perché sempre più paesi nel mondo cerchino di finanziare una forma di edilizia consapevole.
Secondo degli studi, l’impatto che hanno i cantieri sul territorio è altissimo ed usa circa il 40% dell’energia complessiva prodotta in Europa. Considerando anche che circa il 50% delle materie prime viene prelevato direttamente in natura, è facile fare un calcolo sull’impatto ambientale che hanno i nostri nuclei abitativi.
La produzione di rifiuti data dalle costruzioni tradizionali è poi veramente altissima con conseguente spreco di energia per lo smaltimento corretto con picchi altissimi di inquinamento qualora ci fossero dispersioni di materiali.
Ma come risponde a tutto questo la bioedilizia?
Principalmente utilizzando materie a basso, o addirittura inesistente, impatto ambientale. Materiali come sughero, fibre di cocco, di legno, cellulosa, lana o cotone provengono molto spesso dal riciclo e sono, a loro volta, riciclabili e non inquinanti. L’energia per il fabbisogno giornaliero è prodotta da pannelli solari ed il consumo dell’acqua è regolato da pompe idriche, serbatoi per il riciclo, anche dell’acqua piovana, per vari usi come ad esempio per gli scarichi dei bagni o per innaffiare i giardini.
In conclusione possiamo dire che, almeno in Italia, c’è ancora molto da fare ma anche che sono stati compiuti moltissimi passi avanti per far sì che la nostra esistenza su questo pianeta sia un po’ più compatibile con l’ambiente che ci circonda.