I teatri riaprono i battenti il 15 giugno: insieme a loro sta ripartendo, con limiti e fatica, tutto il settore culturale, spina dorsale dell’economia e del turismo italiano.
Tra meno di un mese, il 15 giugno, anche i teatri potranno riaprire le loro porte. Dopo un lungo periodo di pausa, anche questo settore dovrà destreggiarsi tra le varie regolamentazioni previste dalla nostra nuova quotidianità. Tra sovvenzioni ed innovazioni, cosa cambierà oltre all’assetto delle sale di esibizione ?
Il 22 aprile, la Commissione culturale della Regione Lazio, ha approvato un programma annuale degli interventi 2020 nel settore culturale. Le misure sono state promulgate tenendo conto del particolare contesto sociale ed economico, dovuto dall’emergenza Covid-19. Un periodo singolare che ha messo in difficoltà tutti i settori, sopratutto quelli dello spettacolo.
La Regione Lazio ha quindi deciso di sostenere la cultura, mettendo in atto una serie di misure emergenziali. Per lo spettacolo dal vivo è previsto una proroga delle attività di rendicontazione, un riconoscimento delle spese sostenute per la programmazione degli spettacoli previsti durante il lockdown, un aumento del contributo regionale dal 60% all’80%, la pubblicazione di nuovi bandi ed infine uno stanziamento straordinario, pari ad 1 milione di euro, per i teatri privati del Lazio. Per i servizi culturali sono invece previsti bandi, da 5 milioni di euro, per finanziare ristrutturazioni di spazi culturali, come biblioteche, musei, archivi ed istituti culturali. L’obiettivo è quello di stimolare la ripresa, attraverso il sostegno di riqualificazione degli spazi e della promozione culturale.
Teatri e Covid19, il sostegno economico non basta
Molte saranno le restrizioni: numero limitato di persone, plexiglass per le sale più piccole e distanziamento tra gli attori. Ma il teatro è corpo in movimento, è libertà in un palcoscenico, è espressività allo stato puro; tutte cose che dovranno essere ripensate e reinterpretate.
Oltre agli aiuti finanziari, che potrebbero servire a cambiare le disposizioni delle sale, altre idee stanno bollendo in pentola: il teatro Regio di Torino vorrebbe proporre spettacoli paralleli per poter fare debuttare i nuovi talenti, favorendo l’afflusso di persone, e garantendo più entrate. Oppure vorrebbe far collaborare scuole e teatri, così da stimolare la curiosità nei confronti di questo settore, e creare spettacoli che possano valorizzarlo ulteriormente. Un altra idea per abbattere le apparenti barriere e per contenere lo spostamento delle persone, sarebbe quello di far viaggiare le troupe in tutta l’Europa, così da garantire spettacoli sempre diversi, e quindi attrarre un pubblico più amplio.
Ma la soluzione più facile, e di cui si avvarranno la maggior parte dei teatri è lo streaming. Aprendo virtualmente la porta a chiunque voglia vedere ciò che va in scena, questo mezzo non solo conterrebbe ancora di più l’assembramento, ma soprattutto garantirebbe degli incassi maggiori. Infatti questa tecnica verrà usata in tutto il mondo della cultura: per le mostre, i concerti, le letture all’uscita dei nuovi libri. Forse il futuro sarà proprio questo: poter avere tutto alla portata di un clic; anche se la potenza di un tono, di un colore o di una nota viene percepita nella sua completezza solo dal vivo.
Ripensare l’arte, in tutte le sue espressioni, non è semplice. La creatività trova le sue radici nel confronto, e nel contatto. Ma essa non ha limiti, è un territorio che può, e che deve essere esplorato nell’infinità delle sue sfaccettature. Il teatro, ma più il generale il mondo della cultura di domani, subirà dei cambiamenti che dovranno essere sostenuti perché non si può permettere che un emblema come il Globe, il teatro di Shakespeare, rischi la chiusura. Siamo la nostra storia, senza il nostro passato, non possiamo costruire il nostro futuro.