L’acqua potabile che scende dai nostri rubinetti è probabilmente inquinata dalle microplastiche. Lo dice una ricerca sulle condizioni dell’acqua potabile nel mondo condotta da Orb, un sito non profit di informazione di Washington. Il fenomeno riguarderebbe tutto il pianeta, a prescindere dai confini geografici e dal reddito degli abitanti, con gli Stati Uniti contaminati nel 94% dei casi campione e l’Europa che presenta inquinamento in oltre il 70% dei casi (figura anche l’Italia, con prelievi contaminati a Pavia). Acqua potabile inquinata in India nell’82% dei casi analizzati, nel Libano il livello è del 94%, in Indonesia il 76%, in Uganda l’81%, in Ecuador il 75%.
Tracce di microplastiche sono state riscontrate nel campione prelevato dall’esclusivo ristorante delle Trump Towers, nella birra in Germania, nell’acqua imbottigliata e venduta nei negozi.
#evolve il Bruco mangia plastica
Ai ricercatori non è ancora chiaro come le microplastiche finiscano nei rubinetti, sicuramente il veicolo principale risulta l’atmosfera. I venti e gli agenti atmosferici facilitano lo spostamento delle nanoparticelle dal momento in cui queste vengono liberate, per esempio dal battistrada di un veicolo sull’asfalto.
La preoccupazione degli scenziati risiede nel fatto sono state già rintracciate microplastiche nei pesci e negli alimenti di origine marina; gli effetti nocivi sulla salute causate da acqua potabile inquinata sarebbero ancora più seri, visto l’uso comune per bere, cucinare, lavarsi.
La ricerca di Orb si concentra inoltre solo sulle microparticelle (di dimensioni di 2,5 micron), non considera cioè le nanoparticelle, che ancor più facilmente possono penetrare nei tessuti e nelle cellule, causando danni ancora maggiori.
Ma da dove provengono le microplastiche? A partire dall’impiego di fibre sintetiche negli indumenti vengono rilasciate dagli scarichi delle lavatrici (in ogni ciclo di lavaggio sono rilasciate circa 700 mila fibre), ma sono contenute anche nei saponi, nei dentifrici con microgranuli, nei cosmetici, nelle vernici, perfino negli arredi e nei materiali per l’edilizia.
Gli studi sono solo agli inizi, l’attenzione dei ricercatori si concentrerà sempre di più sugli effetti di questa nuova forma di inquinamento nel lungo termine. Anche perché si è ritenuto fino a poco tempo fa che le microplastiche fossero particelle inerti, ma sta sorgendo il dubbio che potrebbe non essere così.