E’ il potenziamento della sanità territoriale la prima voce del ‘Rilancio Salute’, che ridisegna il Servizio sanitario nazionale dopo la prima fase dell’emergenza coronavirus: un investimento complessivo pari a 1 miliardo e 256 milioni di euro, previsto dal Dl Rilancio e destinato a finanziare assistenza domiciliare, rete territoriale e Unità speciali di continuità assistenziale (Usca), monitoraggio domiciliare, strutture territoriali di isolamento, attività di infermieri di famiglia e assistenti sociali. Ecco il dettaglio delle misure annunciate, spiegate dal ministero della Salute. 

ASSISTENZA DOMICILIARE – Verranno implementate sul territorio, con personale dedicato, le azioni terapeutiche e assistenziali domiciliari. L’assistenza ai pazienti ultra 65enni passerà dagli attuali 610.741, pari al 4% della popolazione over 65, a 923.500, pari al 6,7%. Un tasso che porta l’Italia al di sopra della media Ocse, attualmente del 6%. Raddoppiati inoltre i servizi per la popolazione minore di 65 anni: si andrà dagli attuali 69.882 assistiti a domicilio, pari allo 0,15% della popolazione under 65, a 139.728, pari allo 0,3%. Risorse stanziate per personale e servizi: 733.969.086 euro.  

RETE TERRITORIALE E USCA – In tutte le Regioni e le Province autonome verrà potenziata l’attività di sorveglianza attiva a cura dei Dipartimenti di prevenzione, in collaborazione con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta. Viene disposto l’incremento dei controlli nelle residenze sanitarie assistite (Rsa), anche attraverso la collaborazione di medici specialisti. Sul territorio sarà aumentata la funzionalità delle Usca, deputate al supporto dei servizi di assistenza domiciliare, anche reclutando al loro interno medici specialisti ambulatoriali convenzionati. Risorse stanziate per personale e servizi: 61 milioni di euro. 

L’INFERMIERE DI QUARTIERE – E’ previsto il rafforzamento dei servizi infermieristici territoriali, per potenziare l’assistenza domiciliare integrata ai pazienti in isolamento domiciliare e ai malati cronici, disabili, persone con disturbi mentali o in situazioni di fragilità. Con questo obiettivo viene introdotta la figura dell’infermiere di quartiere, 9.600 nuovi infermieri, 8 ogni 50mila abitanti, anche a supporto delle Usca. Risorse stanziate per le nuove assunzioni: 332.640.000 euro. Si aumenta inoltre, con 10 milioni di euro, la disponibilità del personale infermieristico a supporto degli studi di medicina generale, per fronteggiare l’emergenza.  

MONITORAGGIO DOMICILIARE – Per una maggiore sorveglianza sanitaria domiciliare verrà potenziato il monitoraggio, anche attraverso l’uso di App di telefonia mobile. Tutto ciò permetterà di coordinare al meglio i servizi d’assistenza necessari ai pazienti, che riceveranno in dotazione anche i saturimetri per misurare i livelli di ossigenazione, e di individuare subito un eventuale peggioramento clinico di un assistito a domicilio o in una residenza alberghiera, mettendo in moto una tempestiva ospedalizzazione. A questo scopo saranno attivate centrali operative regionali, dotate di apposito personale e di apparecchiature per il telemonitoraggio e telemedicina. Risorse stanziate per personale, infrastrutture e strumentazioni: 72.271.204 euro. 

ASSISTENTI SOCIALI – Per la valutazione complessiva dei bisogni dei pazienti e l’integrazione con i servizi socio-sanitari, le Usca saranno integrate dalla figura degli assistenti sociali regolarmente iscritti all’Albo professionale. Risorse stanziate: 14.256.000 di euro. 

STRUTTURE TERRITORIALI DI ISOLAMENTO – Laddove per applicare le misure di isolamento domiciliare e di quarantena, o per ospitare pazienti dimessi dagli ospedali, sia necessario disporre temporaneamente di immobili alternativi al domicilio privato, Regioni e Province autonome potranno stipulare contratti d’affitto con strutture alberghiere o di tipologia analoga. Verranno stanziati fondi per infermieri, operatori tecnici assistenziali, sanificazione, formazione del personale alberghiero, lavanderia, manutenzione delle strutture. Risorse stanziate: 32.497.693 euro.  

Riorganizzare la rete ospedaliera italiana, messa a dura prova nei mesi più caldi dell’emergenza coronavirus. E’ il secondo pilastro del ‘Rilancio Salute’, sostenuto nel Dl Rilancio da un investimento complessivo pari a 1 miliardo e 467 milioni di euro. Priorità: garantire un’assistenza pronta e adeguata ai pazienti più gravi che necessitano cure intensive. Filo conduttore delle misure previste: la creazione, il mantenimento o l’implementazione di percorsi rigorosamente distinti per pazienti Covid o non Covid. Ecco il dettaglio degli interventi.  

COVID-HOSPITAL – Verrà incrementata e resa stabile la realizzazione di Covid-Hospital, un pezzo fondamentale nella strategia contro il virus, dal momento che gli ospedali misti facilmente moltiplicano il contagio. Saranno strutture ad alto valore aggiunto in termini di innovazione, tecnologia e competenze, dedicate esclusivamente ai pazienti Covid-19 che saranno curati da personale adeguatamente formato, all’interno di spazi strutturalmente distinti. 

TERAPIE INTENSIVE E OSPEDALI MOBILI – Vengono consolidati stabilmente 3.500 posti in più in terapia intensiva. Si passa da un numero di 5.179 (pre-emergenza) a 8.679, con un incremento del 70%. A questi si aggiunge la predisposizione alla terapia intensiva, con la sola implementazione di ventilazione meccanica e monitoraggio, di 2.112 posti letto di terapia semintensiva. Inoltre si aggiungono 300 posti letto di terapia intensiva suddivisi in 4 strutture movimentabili, pronte per essere allestite in breve tempo nelle zone ad accresciuto fabbisogno. Questo porta la disponibilità di terapie intensive a 11.091 posti letto di terapia intensiva, +115% rispetto alla disponibilità in pre-emergenza.  

TERAPIE SEMINTENSIVE – Si incrementano stabilmente su tutto il territorio nazionale anche 4.225 posti letto di terapia semintensiva, di cui il 50% prontamente convertibile in terapia intensiva. Potranno cioè essere trasformati immediatamente in vere e proprie postazioni di rianimazione con la sola integrazione di apparecchiature di ventilazione e monitoraggio. 

PRONTO SOCCORSO – Tutti i pronto soccorso e Dea verranno ristrutturati e riorganizzati, prevedendo la separazione delle strutture, l’acquisto di attrezzature, la creazione di percorsi distinti per i malati Covid-19 e di aree di permanenza per i pazienti in attesa di diagnosi. 

COVID-AMBULANCE – Verranno acquistati mezzi di soccorso h24 ad alto biocontenimento, da utilizzare per trasferimenti di pazienti Covid-19, per dimissioni protette o per trasporti interospedalieri. Prevista anche la dotazione di personale dedicato con medico, infermiere e autista/barelliere. 

Nuove assunzioni, incentivi, formazione. Riguarda il personale il terzo capitolo dell’operazione ‘Rilancio Salute’, gli interventi previsti dal Dl Rilancio per supportare i professionisti del Servizio sanitario nazionale dopo la fase più acuta della crisi coronavirus. Un investimento complessivo pari a 526 milioni di euro così ripartiti, spiega il ministero della Salute. 

INCENTIVI AL PERSONALE SSN – E’ previsto l’incremento delle risorse per straordinari del personale ospedaliero, indennità contrattuali, produttività e risultato. Risorse stanziate: 190 milioni di euro. 

RISORSE PER ULTERIORI ASSUNZIONI – Altri 241 milioni serviranno per ulteriori assunzioni in ambito ospedaliero e Ssn. 

FORMAZIONE – E’ previsto un incremento di 4.200 borse di specializzazione in area medica. In particolare, saranno aumentate le borse in Anestesia e rianimazione, Medicina d’urgenza, Pneumologia, Malattie infettive e loro specialità equipollenti.