“Ieri il commissario straordinario” per l’emergenza coronavirus, Domenico Arcuri, “alla presenza di Federfarma, ha convocato i rappresentanti della distribuzione intermedia per favorire la conclusione di un accordo commerciale con un qualificato fornitore nazionale, che renderà disponibili 5 milioni di mascherine chirurgiche per i prossimi 7 giorni e 10 milioni settimanali, a regime, dalla seconda metà di maggio”. Lo riferisce oggi la Federazione nazionale titolari di farmacia.
In una nota Federfarma ritiene “necessario fare chiarezza in tema di mascherine chirurgiche, tanto più in queste ore in cui il Paese inizia a ripartire con la fase 2” dell’emergenza Covid-19 “e il loro uso è essenziale, insieme al distanziamento fisico e al lavaggio accurato delle mani, per evitare di ritrovarsi tra qualche settimana costretti a una nuova quarantena”.
“A seguito dell’accordo siglato da Federfarma il 1 maggio con il commissario Arcuri – ricorda la Federazione – le mascherine chirurgiche costano al pubblico 0,61 euro (cioè 0,50 + Iva 22%, fino al momento in cui l’Iva non sarà azzerata, come preannunciato dal Governo). Al momento le mascherine sono ancora disponibili presso alcune farmacie, mentre la stragrande maggioranza le ha già vendute proprio in previsione della fase 2”. “Tali carenze sono dovute a vari motivi”, si spiega: “Quelle con regolare marchio CE sono introvabili sul mercato. Quelle importate con autocertificazione del produttore/importatore, assimilabili alle chirurgiche, che quindi potrebbero andare in vendita a 61 centesimi (talora anche già in giacenza presso i distributori che riforniscono le farmacie), non possono essere vendute senza la conformità da parte dell’Istituto superiore di sanità. Quelle che le farmacie attendono dalla Pubblica amministrazione (al costo di acquisto di 40 centesimi) non sono ancora state consegnate dai distributori intermedi: peraltro l’accordo è stato siglato solo il 1 maggio e vanno considerati i necessari tempi tecnici”.
La Federazione titolari tiene a evidenziare che “le farmacie in questi mesi hanno lavorato con passione e professionalità al servizio dei cittadini, in condizioni difficili e mettendo a rischio la propria salute, specie nelle zone più martoriate del Paese”. Nella crisi coronavirus “le farmacie si sono sempre poste al servizio delle Istituzioni e del cittadino per rendere disponibile le mascherine al prezzo stabilito dal commissario straordinario”, prosegue Federfarma, assicurando che “il farmacista non è mai venuto meno alla sua mission di distribuire il farmaco e di dispensare consigli professionali a tutela della salute pubblica, anche in un contesto emergenziale unico nella sua portata”.
In particolare, “in un momento di ripartenza come l’attuale”, l’associazione vuole “porre l’attenzione sulle esigenze dei cittadini più fragili, immunodepressi, malati cronici e pazienti in cure chemioterapiche, confermando la propria disponibilità a distribuire gratuitamente ai soggetti aventi diritto le mascherine che perverranno dalla Pubblica amministrazione”.