Una denuncia è stata presentata dall’avvocato Carlo Taormina contro il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede dopo lo scontro tra il Guardasigilli e il consigliere togato del Csm Nino Di Matteo alla luce delle sue dichiarazioni nel corso della trasmissione ‘Non è l’Arena’ sulla sua mancata nomina a capo del Dap nel 2018, a suo giudizio determinata dalle intercettazioni di alcuni boss mafiosi in carcere che non mostravano di gradirla e che avrebbero condizionato, a detta del pm antimafia, la decisione del titolare del dicastero di via Arenula.
Taormina nella denuncia sporta in una stazione dei carabinieri di Roma, ritiene che “sia necessario stabilire per quale ragione e su indicazione di chi il ministro Bonafede decise di nominare il magistrato Basentini a capo del del Dap e si tratta anche di stabilire – si legge nella denuncia – quali interconnessioni vi possono essere con le recenti e numerose scarcerazioni di boss mafiosi”.
Alla luce delle considerazioni riportate nella denuncia, secondo Taormina “appare inevitabile che la questione debba essere giudiziariamente affrontata e che l’autorità giudiziaria disponga già di tutti gli elementi per l’attivazione di un procedimento penale nei confronti del ministro Bonafede con riferimento al reato ministeriale di favoreggiamento di organizzazioni mafiose ovvero concorso esterno” per “far conseguire ad esse vantaggi carcerari relativi ad appartenenti alle associazioni o capi”.
Secondo Taromina, “l’autorità giudiziaria dovrà farsi carico di accertare al fine di eliminare ogni possibile ombra se l’operazione diretta ad allontanare Di Matteo dalla direzione del Dap non implicasse una trattativa del Ministero della Giustizia con persone o esponenti mafiosi, così consumando reati ministeriali che non intendo nominare ma tanto noti alle cronache politiche e giudiziarie di cui proprio Di Matteo è stato protagonista dai banchi dell’accusa”.
Taormina chiede quindi all’autorità giudiziaria “di procedere a tutti i rigorosi accertamenti del caso onde stabilire se Di Matteo sia un diffamatore o un destabilizzatore delle istituzioni ovvero se Bonafede abbia risposto a istanze non rigoriste nei confronti della mafia carceraria, salvo a dover prendere semplicemente atto della sua inadeguatezza istituzionale”.