di Vittoria Vimercati  

I mercati sono in lenta ripresa dal crollo di marzo ma l’avvio della Fase 2 dell’emergenza Covid non dissolve le incertezze. Ad aprile, il Ftse Mib ha guadagnato il 4,5%, lo S&P 500 americano il 10,8%, ma il recupero dai minimi toccati lo scorso 16 marzo sulle principali Borse mondiali è stato provocato in parte da ricoperture tecniche: gli analisti sembrano concordi nel ritenere che ci siano ancora alcuni fattori che rischiano di minare la risalita dei listini.  

Tre i principali: innanzitutto, l’evoluzione della diffusione del virus e la capacità dei singoli Stati di gestire la parte più epidemiologica della crisi, ora che il peggio è passato. Una nuova ondata di contagi sarebbe una doccia fredda per tutti, anche per gli investitori. “Ci sarà sicuramente una ri-accelerazione dei contagi. Il punto è capire quanto e lo sapremo solo nella seconda metà di maggio”, spiega all’Adnkronos Giuseppe Sersale di Anthilia Capital Partners. Una buona sorveglianza dei contagiati nella Fase 2, con tracciamento e tamponi mirati, oltre a limitare la pandemia, potrebbe essere premiata anche dai mercati.  

La seconda incognita sono i dati macro legati a consumi e Pil. Ancora non sappiamo esattamente quanto ci sia costato il lockdown e gli investitori saranno attenti a guardare la “percentuale di normalizzazione” delle attività. “Non abbiamo un’idea precisa di quanto è rallentata l’attività, anche se gli indici Pmi stimano una discesa del 60%. Il punto è quanto recupereremo nella Fase 2. Il 50% o di più?”, spiega sempre Sersale. E questo riguarderà sia la produzione che i consumi. Il terzo punto di domanda è di tipo geopolitico. 

Il ritorno al periodo ‘pre-covid’ potrebbe riportare in vita il conflitto tra Stati Uniti e Cina, che dopo la tregua sui dazi hanno ripreso le consuete schermaglie. Il riaccendersi delle tensioni è cominciato con le parole del segretario di Stato americano Mike Pompeo, che ha accusato Pechino di essere responsabile della diffusione del virus. “Ci sono numerose prove che arrivi dal laboratorio di Wuhan”, ha detto, scatenando la reazione piccata del Dragone: “Sono accuse false”. Ancora non è chiaro quanto potrebbe costare alla comunità internazionale già fiaccata dal covid19 uno scontro sulle responsabilità della pandemia.  

Detto questo, le prospettive per la Fase 2 Piazza Affari, che solo a marzo ha bruciato 145 miliardi di capitalizzazione, non sono delle migliori. Equita stima che il calo degli utili delle società rispetto al 2019 sarà nell’ordine del 20%. “Gli interventi delle banche centrali e dei governi stanno arginando gli effetti negativi causati dal Covid-19, ma l’impatto sugli utili e sui multipli che gli investitori saranno disposti ad accettare sarà rilevante”.  

Dopo il crollo più rapido della storia, nell’ultimo mese ci sono stati vincitori e vinti. Diasorin ha confermato il suo andamento in controtendenza con il resto del paniere, guadagnando oltre il 30 per cento sulla scia della partenza in Lombardia e in altre regioni dei suoi test sierologici. Chi ha recuperato con più decisione sono stati il settore industriale e quello del risparmio. I due campioni di acquisti nel primo caso sono i semiconduttori di St, che ad aprile ha messo a segno un guadagno del 25 per cento, e Fiat Chrysler, salita del 23 per cento in trenta giorni. Sul fronte finanziario, sono state ben comprate Azimut, Banca Generali e Banca Mediolanum, con rialzi intorno al 20 per cento. Maglia nera del secondo mese di lockdown sono state invece Bper, Eni e Salvatore Ferragamo.