“Se muore il calcio si fermano tutti gli altri sport, sono in ballo migliaia di posti di lavoro”. Così Matteo Salvini, a ‘la politica nel pallone’ su Gr Parlamento, sul tema della ripresa della attività agonistica. “Non domani – dice parlando della ripartenza – perché bisogna aspettare almeno 15 gironi di parzialissima riapertura per avere le assicurazioni del caso”. 

“Mi auguro – dice- che si riparta entro giugno, altrimenti ci sarebbe un altro miliardo da mettere in campo per un settore in crisi e non ce li abbiamo”. 

“Bisogna dare date certe di ripartenza, in sicurezza, è fondamentale, ci sono 300mila posti di lavoro in ballo”, evidenzia il leader della Lega. 

“Prima di mettere in ginocchio un intero settore, ci penserei tre volte, se non si riparte entro l’estate la metà delle società – spiega il leader della Lega – rischia il fallimento e quindi si perderebbero migliaia di posti di lavoro”. 

“Se si deve giocare a Napoli o Firenze a Reggio Calabria per me non è un problema”, spiega Salvini, dicendosi d’accordo con eventuali ipotesi di giocare in campi e regioni più sicure, in termini di contagi da coronavirus, magari facendo giocare le milanesi fuori dalla Lombardia.