“Secondo la mia ordinanza da giovedì possono stare aperti solo i bar e i ristoranti con servizio all’aperto. Ma io ho il sole, mica tutte le Regioni ce l’hanno… Ho una Regione che non ha numeri elevati di contagio e soprattutto ho una zona povera. Quindi, far iniziare a lavorare un po’ la gente è necessario”. Lo ha detto a ‘Un giorno da pecora’ la presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, difendendo la sua ordinanza sull’apertura di bar e ristoranti.
“Secondo me -ha aggiunto-, io non ho fatto una violazione amministrativa, ma secondo il governo io ho fatto un atto di lesa maestà. Mi dispiace. Scommetto una cena a Roma quando sarà possibile mangiare insieme che entro dieci giorni il governo apre i ristoranti. Mi sembra molto più pericoloso fare sport che non tenere dei tavolini…”.
“Il distanziamento dei tavoli -ha spiegato Santelli- segue le regole dei dpcm precedenti, non ho inventato nulla. Sono andata in un bar, mi sono seduta e ho preso un caffè con guanti, mascherine e bicchiere monouso… Ho aperto prima, perché spero che per giugno riprendano a lavorare”. Santelli non si aspettava tante polemiche ”per dei tavolini…”.
“Non ho avvertito prima Berlusconi di questa mia iniziativa, l’ho fatto dopo”, ha rivelato: ”Non gliel’ho detto prima perché io sono un po’ estemporanea. Sono fatta così. Onestamente non pensavo che ci fosse tutto questo frastuono per due tavolini… Dopo l’ho chiamato Berlusconi e lui mi ha dato ragione”.
Santelli non arretra di un millimetro e, di fronte all’annuncio dell’impugnativa del ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, ribadisce che non rinuncerà alla sua ordinanza. ”Vedo che c’è più gente in giro. Ma dove sono andata io avevano tutti la mascherina e stavano distanti. Secondo me la gente ha capito, ha paura. Siamo passati dall’ansia di stare in casa alla paura di uscire… Non ci penso nemmeno a ritirare la mia ordinanza”.
Boccia contro Santelli: “Calabria ritiri ordinanza o si va al Tar”