di Antonella Nesi
“Questo Primo Maggio così diverso credo possa diventare anche l’occasione per mostrare, tornando sul palco, tutto quello che c’è anche dietro ad un palco e che permetta a tutti di usufruire di arte e cultura. Un riflettore che si riaccende, seppure nelle forme a distanza che ci impone l’epidemia, e che diventa anche una risposta a chi non ci ha degnato di un’attenzione. Ci siamo sentiti mortificati dalla totale assenza di un cenno ai lavoratori dello spettacolo nell’ultima conferenza stampa del premier”. Rocco Papaleo sintetizza così, in un’intervista all’Adnkronos, lo spirito della sua partecipazione all’evento televisivo che domani su Rai3, dalle 20 alle 24, prenderà il posto del tradizionale Concertone di piazza San Giovanni, “proponendo comunque tutte performance di musica live, anche quando registrate prima, come la mia”.
Ad Antonello Venditti, che dai social ha chiesto per protesta una giornata di silenzio della musica, Papaleo risponde: “Mi pare un po’ tardi. Lo vedo più come un grido di dolore che come una possibilità reale di fare una cosa del genere 24 ore prima. Una giornata di silenzio della musica potrebbe essere utile ma andrebbe organizzata e discussa con un po’ di anticipo. Mi pare comunque positivo che ci siano varie ‘cordate’ di artisti che si stiano organizzando per far sentire la voce anche dei lavoratori dello spettacolo che ne hanno di meno. Però c’è bisogno di fare fronte comune: al di là dell’impeto rivoluzionario di ciascuno, per far arrivare il messaggio e contare qualcosa, c’è bisogno di unirsi”, sottolinea.
Domani, sul Primo Maggio Stage, allestito nella Sala Sinopoli del Parco della Musica di Roma, Papaleo canterà una canzone iconica della storia della musica italiana ma anche di questa pandemia: ‘Azzurro’, il celeberrimo brano di Paolo Conte portato al successo da Adriano Celentano. “Dirò anche due parole che mi ha scritto Gino Castaldo rispondendo alla mia domanda sul perché ‘Azzurro’ è uno dei brani preferiti dagli italiani del ‘movimento dei balconi’ in questa quarantena. Sarà un discorso più emozionale che politico, anche se il suo valore politico ce l’ha. Nonostante l’avessimo registrato prima che Conte parlasse”, aggiunge l’attore-musicista, la cui vita artistica attraversa ormai “come un flusso” cinema, teatro, musica e tv. “Ma in fondo – ride – io faccio sempre la stessa cosa: quando canto recito e quando recito canto”.
Papaleo ammette che “non è stato facile salire sul palco senza un vero pubblico davanti. Ma – racconta – ero talmente felice di ritrovare i miei musicisti dopo due mesi che c’era comunque un’energia pazzesca”. Sull’atmosfera del format tv che sostituisce il Concertone, Papaleo è ottimista: “Non ho il quadro generale, perché ci sono contributi di tantissimi artisti, oltre a performance in diretta. Credo però che la freddezza dell’assenza della piazza gremita sarà compensata in qualche modo dall’emozione di ritrovarsi tutti insieme davanti alla tv e dalle riflessioni sul mondo del lavoro che in questo momento toccano così da vicino tutti gli italiani”, sottolinea l’attore che sta trascorrendo la sua quarantena “tra scrittura per il cinema e poesie”.
“Sto provando a scrivere un film un po’ più ambizioso del solito – spiega – che non sia solo commedia ma anche un po’ esistenziale e poetico. E poi sto scrivendo tante poesie. Le ho sempre scritte ma in questo momento di più. E credo che le raccoglierò in un libro”.
L’attore, che ha visto cancellata la sua tournèe in programma a marzo con lo spettacolo di teatro-canzone ‘Coast to Coast’ (“ha lo stesso titolo del mio film ma è tutta un’altra cosa”) così come l’uscita del nuovo film di Carlo Verdone ‘Si vive una volta sola’ di cui è protagonista insieme allo stesso regista e ad Anna Foglietta e Max Tortora, ammette di aver apprezzato il momento di pausa imposto dalla quarantena: “La verità è che da un po’ di tempo sognavo un momento di riflessione solitaria. Certo, non avrei voluto che fosse imposto da un’epidemia”. Quanto alla preoccupazione per la crisi del settore, “la cosa per cui temo di più – confessa – è la sorte del teatro, che è la mia prima passione, e della musica dal vivo”. “Il cinema aveva già cominciato una sua seconda vita sulle piattaforme, anche se per me la sala è insostituibile. Ma per il teatro e la musica lo scambio diretto, l’esserci, il condividere l’emozione, il poter entrare in contatto con la fisicità degli attori e dei musicisti non ha soluzioni alternative”, sottolinea. “Ed è bene pensarci subito perché l’energia positiva dell’arte e della cultura sarà fondamentale per ripartire!”, conclude.