Oltre 380mila controlli e quasi 7mila sanzionati ieri nell’ambito del monitoraggio da parte delle forze dell’ordine sulle misure di contenimento del coronavirus. In particolare, secondo i dati del Viminale, sono 287.579 le persone e 98.590 le attività sottoposte a controllo: tra questi sono stati sanzionati 6.679 cittadini e 149 titolari di attività, mentre sono 95 i denunciati per false dichiarazioni e 12 i positivi ai quali è stata contestata la violazione della quarantena. Infine, per 8 attività è stata disposta la chiusura mentre per 16 è stato disposto lo stop temporaneo.
Dall’11 marzo al 24 aprile sono 10.102.522 le persone e 3.981.858 gli esercizi e le attività controllati dalle forze dell’ordine nell’ambito del monitoraggio delle misure di contenimento del coronavirus, secondo il dato aggiornato fornito dal Viminale.
AZIENDE – Sono state 192.443 le aziende che, al 24 aprile, hanno presentato la comunicazione alle prefetture per poter continuare a lavorare in quanto funzionali ad assicurare la continuità delle filiere delle attività non sospese oppure perché di rilevanza strategica per l’economia nazionale. Per permettere la rapida ripresa delle attività economico-produttive, spiega il ministero dell’Interno, è stata prevista una procedura semplificata, che fa affidamento sul senso di responsabilità dei singoli imprenditori e che consente l’immediato avvio dell’attività con la preventiva comunicazione al prefetto che è chiamato a verificarne i presupposti. Le verifiche non devono necessariamente concludersi con un provvedimento espresso, che viene adottato soltanto nel caso in cui dagli accertamenti emerga l’insussistenza delle condizioni che legittimano l’esercizio dell’attività.
Al 24 aprile 2020 le verifiche da parte di task force appositamente costituite in prefettura hanno riguardato 116.237 comunicazioni ed hanno portato all’adozione di 2.631 (2,3%) provvedimenti di sospensione.
Il maggior numero di comunicazioni è stato presentato in Lombardia (23%), Veneto (16,4%) ed Emilia Romagna (16,4%). Seguono nel centro Italia Toscana (7,9%) e Lazio (4,5%), mentre nelle regioni meridionali Puglia (3,7%) e Campania (2%).