Un dossier per sostenere la possibile riapertura controllata e coordinata della nautica in condizioni di sicurezza, per salvare il settore e chiedere al governo di poter ripartire con la produzione dal 27 di aprile, scongiurando i rischi di un lockdown prolungato oltre, che per molte aziende significherebbe la chiusura. A stilarlo è stata Confindustria Nautica che in una video conferenza stampa ha fotografato la situazione del comparto, 22mila addetti che attivano una filiera nazionale di 183.624 occupati.
Il 57% delle aziende non operative, il 33% parzialmente operative e attivo solo il 10%: questo è l’impatto del lockdown mappato dal centro studi di settore che stima una riduzione del fatturato per la cantieristica 13% fino al 15 aprile, una riduzione totale degli occupati tra quelli della cantieristica (addetti e imprese esterne) e dell’intera filiera – comprese le attività turistiche e nautiche – di 5250 unità. Dati favorevoli per una possibile riapertura potrebbero essere quelli contenuti in un documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento nei luoghi di lavoro, realizzato dall’Inail, nel quale le attività delle aziende nautiche sono state classificate come “a basso rischio” e a bassa “aggregazione sociale”.
“Siamo – ha sottolineato da Confindustria Nautica anche Roberto Neglia – una filiera con aziende mediamente piccole e collocate mediamente in piccoli centri e potremmo essere la filiera prototipo offrendo le migliori garanzie rispetto all’eventuale riapertura”.