“In Italia la musica se non è classica è chiamata leggera, o peggio, canzonette. Trovo questo termine sminuente. Faccio un esempio: in tutti i paesi del mondo la musica è ritenuta arte ed è sostenuta. In Italia un disco ha la stessa IVA di un profumo, mentre i libri no, sono ritenuti cultura”. A scriverlo, in un lungo sfogo su Facebook in cui analizza la situazione della musica italiana, è Ornella Vanoni.
“Se vado in libreria trovo tanta di quella ‘fuffa’, e in mezzo magari un bel libro -è il j’accuse della cantante- In questo momento di grave crisi per tutti, noi cantanti cerchiamo di fare in modo che i lavoratori del mondo della musica, fonici, tecnici, etc, abbiano protezione economica e previdenziale, visto che non hanno la cassa integrazione. Se noi non lavoriamo, loro non mangiano”.
Ecco perché “chiediamo al governo di porre attenzione al problema. In questo periodo di pandemia, dai balconi, dalle finestre e dalle case è uscita Musica, per sostenere e rallegrare la gente. La musica è necessaria come l’aria. Anche gli uccellini cantano e fanno musica”, conclude la Vanoni.